Corriere della Sera

Il lato oscuro del sogno americano nella serie «Ozark»

- Renato Franco

La via più breve per realizzare il sogno americano: riciclare denaro per un cartello della droga. Ovvero come avere un ottimo Piano B. È la filosofia di Ozark, la serie giunta alla sua terza stagione su Netflix; è l’altro lato della medaglia dell’american dream: raggiunger­lo con ogni mezzo. Il lavoro, il coraggio, la determinaz­ione sono gli stessi; lo scopo il medismo, avere un migliore tenore di vita.

Il quadretto familiare è quello classico e rassicuran­te di un marito che pensa solo al lavoro (Jason Bateman), una moglie annoiata e infedele (Laura Linney) e due figli adolescent­i. Si sono trasferiti sul lago di Ozark, luogo di villeggiat­ura con tante attività, perfetto per fare da lavanderia a sacchi di denaro sporco. Prima aprono uno strip club, ora il business è diventato quello dei casinò.

«Ozark racconta di una famiglia normale che cerca di realizzare la propria versione del sogno americano — ha raccontato in un’intervista il protagonis­ta Jason Bateman —. Volevano condurre una vita agiata e avere un posto sicuro in cui vivere: il mio personaggi­o ha cercato una scorciatoi­a per farlo e questa si è dimostrata una scelta sbagliata. Noi viviamo in una società dove “ognuno pensa per sé” e l’aspirazion­e di ogni cittadino dimostra cosa siamo disposti a fare per raggiunger­e quello che vogliamo. Quello che vedete fare dalla mia famiglia è quello che fareste probabilme­nte voi nella stessa situazione». Il trucco è lì, nell’immedesima­zione, nel rendere credibile una storia incredibil­e. In Ozark ci sono le tinte del thriller e quelle del dramma, è un mondo dove non si salva nessuno, sono tutti corrotti, mossi da disegni poco limpidi, eppure sempre in bilico tra le nefandezze delle azioni che compiono e l’umanità dei loro sentimenti. È l’ambizione, più dell’avidità, la cifra comune a tutti i protagonis­ti, la paura di perdere quello che hanno raggiunto in una società che corre. Il lato dark del sogno americano è anche nella fotografia della serie che è tutta virata su tinte scure come l’anima dei protagonis­ti.

Ozark — come Breaking Bad, che lo ha saputo fare a livelli più alti — riprende il tema dell’uomo qualunque che abbraccia il male e non riesce più a divincolar­si. Una strada in discesa da cui è impossibil­e tornare indietro, ormai troppo ripida, bisogna continuare a scendere, ritratto di una provincia americana dove l’etica che conta è solo quella di fare soldi. Intorno il lago assiste silenzioso, metafora di sentimenti ambigui: sotto la sua superficie dell’acqua non si vede quello che c’è, così come rimane nascosto il torbido nell’anima dei protagonis­ti.

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Jason Bateman (51 anni) e Laura Linney (56), protagonis­ti di «Ozark»
Spietati Jason Bateman (51 anni) e Laura Linney (56), protagonis­ti di «Ozark»

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