Aspettando il pubblico vero trovate virtuali video e drive-in
Sarà un altro calcio, dentro e fuori. Sul campo e in tribuna. Sarà un altro tifo. Diverso, inevitabilmente. In giro per l’europa, in queste settimane, s’è già visto (quasi) di tutto. Perché alla fine dei conti la passione si trasmette anche così, attraverso la fantasia, l’ingegno. Facendosi magari dare anche una mano dalla tecnologia. Non posso andare allo stadio? M’invento qualcosa. Sagome cartonate per riempire gli spalti vuoti, con le facce vere dei tifosi, audio con i cori ultrà registrati, drive-in nel parcheggio dello stadio. Quest’ultima è una trovata dei danesi, che non avranno un campionato di primo livello ma che quanto a inventiva sono da Champions. Quelli del Midtjylland hanno piazzato un enorme maxischermo di 200 metri quadrati fuori dall’impianto consentendo a 1.500 automobili e relativi occupanti di godersi la partita nel pieno rispetto del distanziamento sociale. C’era pure la radiocronaca dedicata. Va detto che non ha portato benissimo, a conferma che le porte chiuse annullano il fattore casa: il Midtjylland primo in classifica ha perso 1-0. Sempre dalla Danimarca arriva un altro esperimento: invece di portare la partita fuori dallo stadio, quelli dell’aarhus hanno portato i tifosi dentro lo stadio. Tifosi digitali. Al Ceres Park sono stati allestiti diversi maxi schermi. Tribune virtuali: i tifosi hanno potuto
prenotare il loro posto e seguire l’incontro attraverso la piattaforma Zoom, l’applicazione studiata per le videoconferenze online. Dal campo si vedevano i loro volti. Anche in Giappone si stanno ingegnando con un’app che consentirà di applaudire ma anche fischiare i calciatori della propria squadra del cuore tramite messaggi vocali che verranno poi emessi nello stadio con 50 altoparlanti. Non sarà la stessa cosa, ma è meglio di niente. Basta non esagerare: in Spagna stanno pensando di utilizzare la tecnologia dei videogiochi per aggiungere un pubblico virtuale con tanto di effetto sonoro. Chi guarda la partita in tv può scegliere fra la realtà delle tribune vuote o la finzione di un pubblico digitale. «I test che ho visto finora sono impressionanti» assicura Javier Tebas, presidente della Liga. Bello, eh. Ma non sarà un po’ troppo?