Corriere della Sera

Stasera su Raiuno show per la Croce Rossa

- Gaia Piccardi

In prima serata su Raiuno, stasera va in onda «Non mollare mai, storie tricolori», charity show condotto da Alex Zanardi con lo scopo di valorizzar­e l’attività degli operatori della Croce Rossa Italiana. Tra tanti campioni, Francesca Schiavone parteciper­à con un video.

domande?

«È giusto così. Ciascuno di noi ha il suo cammino».

Come si cambia in dieci anni, attraverso il prisma della malattia?

«Di base, sono scema come allora (ride). Però comunico di più, mi sono aperta. Prima filtravo, mi proteggevo. Oggi ho un senso dell’esistenza diverso: la malattia mi ha regalato la pazienza».

Rifarebbe tutto?

«Sì, tutto, e anche di più. Investirei subito su di me: un coach, un preparator­e, un viaggio negli Usa senza aspettare. Ma trentacinq­ue anni fa non potevo, non avevo soldi».

La follia più grande?

«Avere tre giorni, prendere un aereo dalla California, dare un bacio d’amore e tornare in California».

Bello. Follia apprezzata?

«Moltissimo!».

Oggi è innamorata?

«Sì, felicement­e».

Di cosa sono fatte le giornate, a quarant’anni?

«Di mensole da montare, viaggi avanti e indietro dal Brico, trapano e martello. Questo bistrot-bottega me lo sono costruito io insieme a Silene, che con lo chef Evasio mi aiuta a scegliere i prodotti. A furia di assaggiare mi sta venendo la pancia. Siamo ancora piccolini, ci frenano le regole di distanziam­ento imposte dalla pandemia, ma stiamo diventando un punto di riferiment­o sui Navigli».

E il tennis, il suo tennis, che fine ha fatto?

«Dell’idea di allenare se ne riparlerà nel 2021: ancora non posso prendere aerei, devo essere prudente. Ma ogni tanto vado in campo a Buccinasco con Mila, la ragazzina che ha vinto la mia borsa di studio. Sono ancora bravina!».

Diventare coach di Fognini è un gioco o un progetto?

«Flavia mi dice: parli a Fabio con un cervello da maschio. A parte che Barazzutti è eterno, allenare un uomo sarebbe una gran bella sfida».

Dov’è la coppa di Parigi?

«A casa dei miei, dove sono cresciuta. È in una vetrinetta antica: ogni volta che vado, le do una spolverati­na».

Tra mille anni come vorrebbe essere ricordata nel suo mondo, Francesca?

«Leonessa, basta così».

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