Il Quirinale premia gli «eroi» del Covid
Ora concordia per risollevarci tutti insieme
Caro direttore, il Capo dello Stato, nel discorso rivolto agli italiani per il 2 giugno, ha fatto riferimento a «qualcosa che viene prima della politica e segna il suo limite (…) l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro». Come sempre, il Presidente Mattarella ha saputo trovare le parole giuste.
ROMA Saranno almeno 50 le onorificenze al merito della Repubblica che oggi il capo dello Stato Sergio Mattarella conferirà ad altrettante persone che durante il periodo più violento dell’epidemia si sono distinte per abnegazione, coraggio, capacità di cura, anche mettendo a rischio la propria vita.
La maggior parte dei riconoscimenti andranno infatti a persone, medici e infermieri in primo luogo, che lavorano nel settore sanitario. Sono almeno 400 i casi di morte nelle due categorie, casi che in molte circostanze hanno commosso, appassionato, fatto riflettere, a cominciare dai coloro che erano in pensione e sono rientrati per vestire un camice e dare una mano e sono rimasti colpiti in modo fatale dal coronavirus. Alla loro memoria, ai loro parenti, congiunti, o a coloro che per fortuna possono raccontare la loro storia, Mattarella dirà grazie a nome di tutti gli italiani, premiando lo spirito di abnegazione e di sacrificio dimostrato in favore della comunità. Ogni persona selezionata dal Quirinale ha certamente una storia da raccontare.
Secondo l’ultimo bollettino della sorveglianza integrata dell’istituto superiore di sanità e dell’istat, su 221.133 casi di
Covid registrati a metà maggio, 25.446 riguardavano operatori sanitari. Nel complesso, i contagi sul lavoro da coronavirus registrati dall’inail sono stati più di 40 mila.
Dall’analisi per professione, la categoria dei «tecnici della salute», che comprende infermieri e fisioterapisti, è la più colpita dai contagi con il 43,7% dei casi segnalati all’iss e il 18,6% dei decessi, seguita dagli operatori socio-sanitari (20,8%), dai medici (12,3%), dagli operatori socio-assistenziali (7,1%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%).
Dati ancora più significativi se si considera che sono escluse dal conteggio del rapporto dell’inail categorie particolarmente esposte al rischio di contagio, come quelle dei medici di famiglia, dei medici liberi professionisti e dei farmacisti. Ma oggi, al Quirinale, ci saranno riconoscimenti per ogni categoria che s’è distinta durante i giorni drammatici dell’epidemia.
La sanità
La maggior parte dei riconoscimenti andrà ai medici e agli infermieri