«Il nostro giorno più bello» E il presidente si ferma per salutare i cittadini
Il paziente 1: felice che abbia celebrato qui il 2 Giugno
Nel piccolo cortile del municipio di Codogno, le strette norme antivirus hanno consentito l'accesso soltanto a trentatré persone. Ci sono i rappresentanti istituzionali, i sindaci dei dieci Comuni della prima zona isolata. C’è la tenente volontaria della Croce Rossa Giovanna Boffelli, che legge con la voce bloccata dall’emozione.
Non c’è, invece, Mattia, il 37enne passato alla storia come il «paziente 1» d’italia. Ma è come se fosse qui. Perché la sua storia, la sua tenacia nella lotta al coronavirus sono diventate un simbolo di resistenza di questa gente e di tutto il Paese. Lui è a casa, ad accudire la figlia nata meno di un mese fa: «Non ho potuto seguire l’intervento di Mattarella — racconta Mattia Maestri —, ma è stato bellissimo sapere che il presidente ha scelto di trascorrere la Festa della Repubblica a Codogno omaggiandoci della sua presenza». Quella di Sergio Mattarella non è stata una semplice visita istituzionale nelle terre dell’ex «zona rossa». E non è solo un «omaggio privato» alle popolazioni colpite dal coronavirus, come lo aveva voluto il Quirinale. Quello del presidente della Repubblica è stato un abbraccio alla gente di Codogno e degli altri nove Comuni primo epicentro dell’emergenza. Perché quando esce dal cimitero, dopo aver deposto una corona sotto la stele che ricorda i «caduti del Covid 19», Mattarella si avvicina al sindaco di Codogno Francesco Passerini, guarda le due ali di cittadini assiepati oltre le transenne e si lascia andare: «Sindaco, che ne dice di andare a dare un saluto?».
È questo il ricordo «più emozionante» per il sindaco Passerini, «l’incredibile umanità» del presidente: «È stata una scossa, un ritorno alla vita». Passerini ha avuto il compito più arduo, quello degli onori di casa. «Per una settimana non ho chiuso occhio». Lunedì sera l’ultima corsa per acquistare 40 metri di tappeto blu, in linea con i canoni del Quirinale. Codogno ha accolto Mattarella con molti cittadini lungo le vie del centro. Quando alle 11 e 11 il corteo presidenziale spunta in piazza XX Settembre ci sono più di 400 persone ad applaudire.
Mattarella entra in municipio accolto dal prefetto di Lodi Marcello Cardona. Sotto al melo cotogno simbolo della città, ci sono il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti, il parroco di Codogno monsignor Iginio Passerini e il direttore generale dell’asst di Lodi Massimo Lombardo. Le norme anti Covid limitano i posti. Il Quirinale sceglie di riservarli ai soli sindaci dell’ex «zona rossa». Così si spiega l’assenza del sindaco leghista di Lodi, Sara Casanova, finita nella bufera per la foto di una festa via social nei giorni più bui dell’emergenza. C’è, invece, il governatore Attilio Fontana che annuncia l'onorificenza della «Rosa camuna», per la dottoressa Annalisa Malara, l’anestesista dell’ospedale di Codogno che, forzando le procedure, il 20 febbraio aveva sottoposto Mattia al tampone.
Mattarella, nel suo intervento, ringrazia «quanti si sono prodigati per curare e assistere» i malati. E ricorda il dolore per le vittime e per quanti ancora lottano contro la malattia. Poi, prima della visita al cimitero e di ritornare in aereo verso la capitale, incontra uno per uno i sindaci dell’ex zona rossa: «Non pensavo che si fermasse con ciascuno di noi — racconta Mario Ghidelli, sindaco di San Fiorano —. Ci ha ringraziato per la resistenza dimostrata dai nostri cittadini». Alba Resemini è la sindaca del Comune più piccolo, Terranova dei Passerini: «La giornata più bella dall’inizio della pandemia». Ma nel Lodigiano la battaglia non è ancora vinta. Lo ricorda Tino Pesatori, sindaco di Castiglione: «Il richiamo di Mattarella al sacrificio degli abitanti della zona rossa è stato il momento più toccante. Da noi in questi giorni sono emersi ancora 15 casi, forse effetto degli screening che sta facendo il Sacco». Qui il virus continua a fare paura.