«Le conseguenze del lockdown sulla salute dei bimbi»
L’isolamento ha accentuato la povertà
È ben noto che l’infezione da SARS-COV-2 in pochi mesi dalla Cina si è diffusa in tutto il mondo e ha determinato migliaia di morti interessando in particolare la popolazione anziana. Dai dati pubblicati finora si è osservato che i bambini che contraggono l’infezione presentano sintomi lievi o sono completamente asintomatici e raramente hanno necessità di cure intensive rispetto a quanto avviene nell’adulto. Le principali problematiche mediche in età pediatrica sono legate soprattutto al fatto che nel periodo del lockdown molti bambini con malattie croniche o con disabilità non sono stati adeguatamente seguiti ed è prevedibile trovare nei prossimi mesi un aggravale mento delle loro condizioni cliniche. Ugualmente molti sono i bambini che nei mesi scorsi non hanno praticato le vaccinazioni raccomandate per la chiusura impropria di molti centri vaccinali ed anche per la paura dei genitori di contrarre l’infezione recandosi in queste strutture.
Le principali conseguenze nefaste di questa pandemia da coronavirus sui bambini e ragazzi sono dovute più che alle conseguenze sulla salute, al fatto che si è rapidamente trasformata da emergenza sanitaria a emergenza sociale. In poche settimane l’isolamento a casa, necessario per contrastare la diffusione dell’infezione, ha determinato la perdita del lavoro per milioni di persone e la povertà, che interessa soprattutto le famiglie con figli, ha peggiorato la situazione sociale ed accentuato le disuguaglianze già drammaticamente evidenti nelle regioni meridionali e nelle periferie delle grandi città.
È ben noto che i bambini poveri sono quelli che si ammalano più frequentemente, presentano più spesso malattie croniche e disturbi dello sviluppo comportamentale con conseguenze che perdurano anche nell’età adulta. Oltre ad una povertà economica si è dovuto constatare per un ampio numero di bambini e di ragazzi un aumento della povertà educativa che sta incrementando il livello di esclusione sociale. Molti di loro non potendo andare a
L’infezione, ha causato la perdita del lavoro per milioni di persone e la povertà ha accentuato disuguaglianze già evidenti al Sud e nelle periferie delle città
scuola stanno perdendo un momento formativo fondamentale e si sta osservando anche una caduta della stessa motivazione allo studio che difficilmente si potrà recuperare se non si interviene rapidamente. I bambini e i ragazzi di famiglie con un basso reddito, oltre a non avere spesso persone che possano aiutarli a seguire le lezioni trasmesse dagli insegnanti, sono stati penalizzati anche per la mancanza di accesso alla didattica digitale per l’assenza di strumenti informatici e di connessioni.
L’isolamento sociale provocato da questa pandemia sta mettendo a rischio il diritto all’istruzione che rappresenta il fattore più importante per salire nella scala sociale e in grado di impedire la trasmissione della povertà da una generazione ad un’altra. In aggiunta ad un aiuto economico alle famiglie è prioritario un intervento sulla scuola dai nidi alle superiori, che attualmente presentano profonde differenze regionali nella distribuzione e nella qualità, al fine di assicurare, oltre la sicurezza, un insegnamento in presenza, perché solo in tal modo è possibile sviluppare la socializzazione,
relazioni, l’autonomia e il confronto. Per un grande investimento sulla scuola è fondamentale l’intervento di tutti: dello Stato, delle associazioni, già attive in molte realtà ma, come sollecitato recentemente da Ferruccio de Bortoli, anche di forze imprenditoriali illuminate.
È indispensabile un progetto politico e sociale che metta la famiglia al centro dell’attenzione e dell’azione del buon governo e la pandemia potrebbe essere l’occasione per correggere, oltre le carenze dell’organizzazione sanitaria, una serie di problematiche che influenzano da molto tempo e negativamente lo sviluppo del Paese come la denatalità, le disuguaglianze che iniziano già alla nascita, la povertà infantile e la criticità del sistema formativo.
Il progetto
La pandemia sia l’occasione per un piano contro denatalità e povertà infantile