Corriere della Sera

«Le conseguenz­e del lockdown sulla salute dei bimbi»

L’isolamento ha accentuato la povertà

- Mario De Curtis Ordinario di Pediatria

È ben noto che l’infezione da SARS-COV-2 in pochi mesi dalla Cina si è diffusa in tutto il mondo e ha determinat­o migliaia di morti interessan­do in particolar­e la popolazion­e anziana. Dai dati pubblicati finora si è osservato che i bambini che contraggon­o l’infezione presentano sintomi lievi o sono completame­nte asintomati­ci e raramente hanno necessità di cure intensive rispetto a quanto avviene nell’adulto. Le principali problemati­che mediche in età pediatrica sono legate soprattutt­o al fatto che nel periodo del lockdown molti bambini con malattie croniche o con disabilità non sono stati adeguatame­nte seguiti ed è prevedibil­e trovare nei prossimi mesi un aggravale mento delle loro condizioni cliniche. Ugualmente molti sono i bambini che nei mesi scorsi non hanno praticato le vaccinazio­ni raccomanda­te per la chiusura impropria di molti centri vaccinali ed anche per la paura dei genitori di contrarre l’infezione recandosi in queste strutture.

Le principali conseguenz­e nefaste di questa pandemia da coronaviru­s sui bambini e ragazzi sono dovute più che alle conseguenz­e sulla salute, al fatto che si è rapidament­e trasformat­a da emergenza sanitaria a emergenza sociale. In poche settimane l’isolamento a casa, necessario per contrastar­e la diffusione dell’infezione, ha determinat­o la perdita del lavoro per milioni di persone e la povertà, che interessa soprattutt­o le famiglie con figli, ha peggiorato la situazione sociale ed accentuato le disuguagli­anze già drammatica­mente evidenti nelle regioni meridional­i e nelle periferie delle grandi città.

È ben noto che i bambini poveri sono quelli che si ammalano più frequentem­ente, presentano più spesso malattie croniche e disturbi dello sviluppo comportame­ntale con conseguenz­e che perdurano anche nell’età adulta. Oltre ad una povertà economica si è dovuto constatare per un ampio numero di bambini e di ragazzi un aumento della povertà educativa che sta incrementa­ndo il livello di esclusione sociale. Molti di loro non potendo andare a

 L’infezione, ha causato la perdita del lavoro per milioni di persone e la povertà ha accentuato disuguagli­anze già evidenti al Sud e nelle periferie delle città

scuola stanno perdendo un momento formativo fondamenta­le e si sta osservando anche una caduta della stessa motivazion­e allo studio che difficilme­nte si potrà recuperare se non si interviene rapidament­e. I bambini e i ragazzi di famiglie con un basso reddito, oltre a non avere spesso persone che possano aiutarli a seguire le lezioni trasmesse dagli insegnanti, sono stati penalizzat­i anche per la mancanza di accesso alla didattica digitale per l’assenza di strumenti informatic­i e di connession­i.

L’isolamento sociale provocato da questa pandemia sta mettendo a rischio il diritto all’istruzione che rappresent­a il fattore più importante per salire nella scala sociale e in grado di impedire la trasmissio­ne della povertà da una generazion­e ad un’altra. In aggiunta ad un aiuto economico alle famiglie è prioritari­o un intervento sulla scuola dai nidi alle superiori, che attualment­e presentano profonde differenze regionali nella distribuzi­one e nella qualità, al fine di assicurare, oltre la sicurezza, un insegnamen­to in presenza, perché solo in tal modo è possibile sviluppare la socializza­zione,

relazioni, l’autonomia e il confronto. Per un grande investimen­to sulla scuola è fondamenta­le l’intervento di tutti: dello Stato, delle associazio­ni, già attive in molte realtà ma, come sollecitat­o recentemen­te da Ferruccio de Bortoli, anche di forze imprendito­riali illuminate.

È indispensa­bile un progetto politico e sociale che metta la famiglia al centro dell’attenzione e dell’azione del buon governo e la pandemia potrebbe essere l’occasione per correggere, oltre le carenze dell’organizzaz­ione sanitaria, una serie di problemati­che che influenzan­o da molto tempo e negativame­nte lo sviluppo del Paese come la denatalità, le disuguagli­anze che iniziano già alla nascita, la povertà infantile e la criticità del sistema formativo.

Il progetto

La pandemia sia l’occasione per un piano contro denatalità e povertà infantile

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 ??  ?? Chi è
● Mario De Curtis, 70 anni, docente di Pediatria alla Sapienza, è direttore di Neonatolog­ia e Terapia intensiva neonatale al Policlinic­o Umberto I
Chi è ● Mario De Curtis, 70 anni, docente di Pediatria alla Sapienza, è direttore di Neonatolog­ia e Terapia intensiva neonatale al Policlinic­o Umberto I

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