Corriere della Sera

TECNOLOGIA Immuni è già l’app più scaricata

Oltre 500 mila download in meno di 24 ore, da lunedì partirà la sperimenta­zione in 4 regioni La ministra: «I cittadini ne hanno capito l’utilità»

- Martina Pennisi

● Si può scaricare sul Google Play Store (Android) o su Apple Store (Ios) e a breve sarà disponibil­e per Huawei

● Servirà per avvertire se si è entrati in contatto con soggetti positivi al virus, tramite una notifica, e intervenir­e in tempi rapidi

Oltre 500 mila download in 24 ore e primo posto della classifica italiana delle app più scaricate sia su App store sia su Google Play. Sono i numeri del primo giorno di Immuni, l’app di tracciamen­to dei contatti disponibil­e da lunedì. «È stata apprezzata nella sua semplicità e i cittadini ne hanno capito l’utilità» ha detto la ministra dell’innovazion­e Paola Pisano.

Il debutto, stando ai numeri, è dunque positivo nonostante sia stato un po’ confusiona­rio. Immuni è già attiva in tutta Italia e se decidiamo di scaricarla inizia a salvare i codici degli smartphone delle persone a cui ci siamo trovati vicino. Solo da lunedì prossimo, però, Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia la integreran­no nel loro sistema sanitario permettend­o l’inivio delle notifiche a chi è stato a contatto con un positivo. La settimana dopo dovrebbe partire il resto del Paese.

La circolare del ministero della Salute inviata il 29 maggio alle regioni e ora consultabi­le sul sito del dicastero chiarisce inoltre cosa potrà fare chi ha ricevuto l’avviso: «La app notifica, agli utenti con cui il caso è stato a contatto, il rischio a cui sono stati esposti e le indicazion­i da seguire, attraverso un messaggio il cui testo è unico su tutto il territorio nazionale e che lo invita a contattare il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta che farà una prima valutazion­e dell’effettiva esposizion­e al rischio». La sperimenta­zione in un numero limitato di regioni servirà per capire se questo sistema «tiene» dal punto di vista organizzat­ivo e se le segnalazio­ni dell’app sono coerenti con la situazione sanitaria in zone in cui il numero di contagiati è basso ed è quindi più facile fare delle verifiche. Nel documento l’app viene definita «strumento coadiuvant­e il contact tracing tradiziona­le».

L’epidemiolo­go Pierluigi Lopalco, a capo della task force pugliese, spiega che «tra medici, assistenti sanitari e tecnici per la prevenzion­e in Puglia i tracciator­i che da lunedì lavorerann­o in parallelo all’app sono 270». E ritiene che Immuni vada scaricata se

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si ha «a cuore la vostra salute e quella di chi è vicino». Il leader della Lega Matteo Salvini ha invece dichiarato che ci penserà «18 volte prima di mettere in mano a qualcuno che non è certificat­o o che magari ha soci cinesi, i dati degli italiani». Il riferiment­o è a Bending Spoons, che ha sviluppato Immuni e di cui il fondo Nuo Capital possiede circa il 2% delle azioni, ma il titolare del trattament­o dei dati è il ministero della Salute.

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