La pandemia arriva con i predoni e stermina gli indios
Èuno dei momenti più tragici per il popolo Yanomami, che ieri ha lanciato la campagna mondiale #Foragarimpoforacovid. Approfittando della pandemia e della copertura politica di Bolsonaro oltre 20.000 garimpeiros (cercatori d’oro, ndr) sono penetrati illegalmente nei loro territori, a nord del Brasile, negli stati di Amazonas e Roraima, tra i primi per il numero di casi di Covid-19, tre yanomami sono già morti, ma il rischio è che il 40% di loro possa subire il contagio del virus nelle zone di estrazione mineraria. Secondo un recentissimo studio dell’istituto socio- ambientale l’attività mineraria è aumentata a causa della crisi economica provocata dal virus, e a soli 5 chilometri dall’area mineraria risiedono 13.899 individui che vivono in case comunitarie, e in un contesto sanitario molto carente.
Quando tre anni fa incontrai a Boa Vista Davi Kopenawa, lo sciamano e leader Yanomami, sembrava che raccontasse quella storia da sempre: «È tanto tempo che combattiamo i cercatori d’oro, parliamo con le autorità, con la polizia federale, ma nessuno fa niente», mi raccontò. Negli ultimi due anni il numero degli zatteroni era aumentato, arrivavano da Belem, da Manaus, da tutto il Brasile. «È pieno anche nei ruscelli, negli affluenti c’è distruzione e hanno l’appoggio di ricchi impresari di Boa Vista». Era preoccupato anche per il popolo dei Moxihatetema, che definì «esseri umani che non vogliono avere contatto con gli altri», e vivevano in questo loro piccolo paradiso senza tempo, «i garimpeiros possono arrivare da loro in qualsiasi momento».
La campagna #Foragarimpoforacovid è una iniziativa del Forum dei leader Yanomami e Ye’kwana, e di altre organizzazioni che ieri hanno lanciato una petizione per raccogliere almeno centomila firme con cui chiedere al presidente Bolsonaro di espellere i cercatori d’oro. Nel testo scrivono: «Oggi, ancora una volta, siamo a rischio di una xawara (epidemia), che chiamate Coronavirus, portata dai non-indigeni. Le nostre comunità sono lontane dalle città e soffrono già per un aumento dei casi di malaria. Non vogliamo che la situazione peggiori con l’arrivo del coronavirus». Fiona Watson di Survival International, parla di «catastrofe umanitaria».
Ricordo il momento che arrivai a Catrimani, dentro la foresta, quando il pilota del Piper rallentò e l’aereo cominciò a scendere perdendo quota, come ricordo il discorso che fece la vecchia Marizinha: «Tu che sei italiano, e sei venuto fino a qui a visitare la nostra terra, porta le mie parole lontano e diffondile», disse accorata. «Ci sono persone, invasori, che invece vengono per distruggerla, cercatori di oro che inquinano l’acqua che beviamo. Come vedi noi piantiamo qui i nostri orti che sono gli alimenti per i nostri figli. Vorrei correre lontano con te, diffondi queste parole ai politici, alle persone, dillo con forza, non voglio che i bianchi distruggano la nostra foresta, perché noi abbiamo bisogno di questa terra».