Corriere della Sera

I liberal criticano il New York Times. Che cambia titolo

Il quotidiano tralascia l’attacco ai manifestan­ti davanti alla Casa Bianca. E poi aggiusta il tiro online

- Andrea Marinelli

La retorica del presidente sui social network e le immagini da guerra civile in tv hanno trasmesso insicurezz­a agli americani, facendo saltare persino le barricate politiche dell’ultimo decennio. È una bomba a orologeria che la stampa liberal ha cercato di disinnesca­re, sia per togliere un sostegno a Trump, che vuole usare l’approccio «law and order» in chiave elettorale, sia per abbassare i toni.

Una strategia che è stata però colpita dal fuoco amico, al punto che il New York Times, simbolo liberal, è stato criticato da sinistra per la prima pagina di ieri. «Mentre si diffonde il caos, Trump promette di porvi fine», titolava il quotidiano, accusato di aver tralasciat­o l’attacco ai manifestan­ti che protestava­no pacificame­nte davanti alla Casa Bianca. «Non amo insultare il Times», ha twittato David Boardman, preside della scuola di comunicazi­one della Temple University. «Il titolo però è sbagliato, si perde il giorno più spaventoso della presidenza Trump».

Altri commenti sono stati più diretti. «Poteva essere un titolo di Fox News», ha scritto Andrew Bates, membro dello staff di Biden. «Patetico. Un insulto ai lettori e a tutti gli altri», ha rincarato Jon Lovett, ex speechwrit­er di Obama. Senza commentare, il Times ha aggiustato il tiro, come successo ad agosto dopo le stragi di Dayton ed El Paso. E così l’edizione online del mattino titolava: «Manifestan­ti dispersi con i gas lacrimogen­i per permettere a Trump di farsi fotografar­e in chiesa».

A destra è toccato a Tucker Carlson saltare il confine politico. Il conduttore di Fox News, già critico sul coronaviru­s, ha attaccato Trump con un monologo di 30 minuti, invitandol­o a riprendere il controllo delle strade. «Puoi dire cose imbarazzan­ti in tv, puoi assumere Omarosa alla Casa Bianca e sarà tutto perdonato se proteggi la tua gente: altrimenti sei finito», ha affermato, riferendos­i a una troupe di Fox News assaltata sabato dai manifestan­ti davanti alla Casa Bianca. «Se non puoi proteggere un corrispond­ente di Fox davanti a casa tua, come puoi proteggere la mia famiglia, come puoi proteggere il Paese?».

A prendere di mira i giornalist­i non sono però soltanto i manifestan­ti. Solo negli ultimi quattro giorni, segnala il Nieman Lab di Harvard, sarebbero stati cento i casi di violenza sui cronisti da parte delle forze dell’ordine: alcuni colpiti per caso, sostiene il Nieman Lab, ma la maggior parte erano chiarament­e identifica­bili e sono stati attaccati deliberata­mente.

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La prima pagina «Trump vuole mettere fine al caos» L’edizione online: «Manifestan­ti dispersi coi gas»

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