Parcheggi, segnaletica e corsi ai ciclisti urbani Utrecht, città delle bici
C’è una cosa che chi va in Olanda deve assolutamente saper fare, se non vuole sentirsi un alieno: pedalare. E c’è una città che più di ogni altra ha parecchio da insegnare in materia. Utrecht non solo ospita il più grande parcheggio al mondo di biciclette (12.500 stalli al coperto), ma si vanta di essere la «bike-city» per eccellenza. Al punto che già da qualche anno alcune onlus offrono corsi semi-gratuiti per imparare ad andare in sella, destinati soprattutto ai migranti.
A Utrecht quasi tutte le strade principali hanno piste ciclabili ben separate, con semafori e segnaletica dedicata. Il Comune ha installato addirittura degli appositi autovelox blu, i Flo, che tramite sensori determinano la velocità non per appioppare multe ma per dare consigli: se esce l’immagine di una lepre il ciclista è invitato ad accelerare per prendere il verde, una tartaruga quando deve rallentare. Pollice su se il ritmo è giusto, una mucca se è troppo pigro per riuscire a passare in tempo. Nelle strade più piccole la priorità va quasi sempre alle due ruote e i cartelli avvisano i conducenti di auto che lì sono solo «ospiti». I 330.000 abitanti compiono ogni giorno, in media, 125.00 «uscite» in bici. Con la garanzia di avere infrastrutture adeguate, e sicurezza durante la guida e nel parcheggio. Risultato: il 60% degli spostamenti urbani avviene in sella, meno del 15 a bordo di un’auto. Il grande parcheggio inaugurato lo scorso anno nei sotterranei della stazione Utrecht Centraal assicura ai 300.000 abitanti dei sobborghi il passaggio dal treno alla bicicletta dell’«ultimo miglio», quella che ti trasporta fino all’ufficio o alla scuola.
Il più recente e ambizioso progetto cittadino si chiama Merwede: su un’ex area industriale di oltre 24 ettari sorgerà un quartiere con 6.000 appartamenti e 12.000 abitanti in cui saranno sostanzialmente bandite le auto. Sulla scia del tedesco Vauban, a Friburgo, primo quartiere «car-free» al mondo, Merwede relegherà le vetture private ai propri confini (solo 1 garage ogni 3 famiglie) e spalancherà le strade a 20.000 bici. Ovviamente, anche il resto sarà a impatto zero: tetti e pareti verdi, impianti solari, e via dicendo.
A Utrecht, c’è anche una delle piste ciclabili più straordinarie del pianeta urbano: la Dafne Schippersbrug è uno spettacolare percorso-ponte ad anello che utilizza come base di partenza il tetto di una scuola. Per costruire una «bike-city» serve però una visione di lungo periodo e capacità di spesa. Il Comune ha speso milioni di euro l’anno per costruire e mantenere l’enorme rete di ciclo-mobilità, che intende raddoppiare entro il 2030 (rispetto al 2011). E l’amministrazione non intende fermarsi: «La nostra sfida è diventare la capitale mondiale delle bici, creare una città diversa: sana, sostenibile, accessibile, vivibile e attraente», assicurano. È bene però che Utrecht tenga d’occhio Ghent: la cittadina belga, 260.000 abitanti, ha annunciato un parcheggio coperto per 17.000 bici.