Corriere della Sera

«Lo specchio che non ci riflette: la sconfitta dell’ego»

- Irene Grazioli

Ho sempre guardato gli occhi di Greta, che ha percepito fin dalla sua prima apparizion­e ciò che sarebbe accaduto, ma dalla sua anima poteva usciva soltanto il discorso sul clima. Perché le parole per comporre il disastro che sentiva dentro, erano in lavorazion­e, ma il suo volto grigio descriveva già la pandemia. I pensieri di ognuno di noi si sono modificati, la libertà è diventata un’altra libertà. Quasi tutti si sono fermati a pensare, a come noi avevamo tutto, a come mai in certi Paesi si moriva di fame, di malattie e di povertà e da noi, no. E poi il pensiero volava altrove, dietro a un impegno da eseguire, un bambino che ti chiama, un amico o parente malato da seguire, un dovere quotidiano, un niente da fare. A un certo momento il Mondo si ferma. Il minimo comune denominato­re è: cosa sta accadendo? Gli specchi nelle case non riflettono più le immagini di chi li guarda: si vede solo il muro dietro, i nostri volti scompaiono, e più ci guardiamo e più noi non ci siamo; si riconoscon­o solo i medici, gli infermieri, e chi sa che deve provvedere a nutrire la nazione, e chi sa che deve vendere farmaci. Loro hanno accesso alla loro immagine per aiutarci a non morire. L’ego subisce la sconfitta. Ma nulla è un caso, eh no: ognuno subisce un contrappas­so; ognuno di noi, se riflette, lo subisce rispetto a qualcosa di più caro, appunto, dove il proprio narcisismo aveva riposto sicurezza assoluta. Qualcosa che potevi fare, anche con aria da gigante dell’impossibil­e, non lo puoi fare più. Tutto avrà un tempo suo e noi cittadini del nuovo Sistema dobbiamo cominciare ad avere a che fare con un «diverso», che ci porterà a essere simili tra di noi, con diritti simili e doveri simili, da rispettare sempre.

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