«Lo specchio che non ci riflette: la sconfitta dell’ego»
Ho sempre guardato gli occhi di Greta, che ha percepito fin dalla sua prima apparizione ciò che sarebbe accaduto, ma dalla sua anima poteva usciva soltanto il discorso sul clima. Perché le parole per comporre il disastro che sentiva dentro, erano in lavorazione, ma il suo volto grigio descriveva già la pandemia. I pensieri di ognuno di noi si sono modificati, la libertà è diventata un’altra libertà. Quasi tutti si sono fermati a pensare, a come noi avevamo tutto, a come mai in certi Paesi si moriva di fame, di malattie e di povertà e da noi, no. E poi il pensiero volava altrove, dietro a un impegno da eseguire, un bambino che ti chiama, un amico o parente malato da seguire, un dovere quotidiano, un niente da fare. A un certo momento il Mondo si ferma. Il minimo comune denominatore è: cosa sta accadendo? Gli specchi nelle case non riflettono più le immagini di chi li guarda: si vede solo il muro dietro, i nostri volti scompaiono, e più ci guardiamo e più noi non ci siamo; si riconoscono solo i medici, gli infermieri, e chi sa che deve provvedere a nutrire la nazione, e chi sa che deve vendere farmaci. Loro hanno accesso alla loro immagine per aiutarci a non morire. L’ego subisce la sconfitta. Ma nulla è un caso, eh no: ognuno subisce un contrappasso; ognuno di noi, se riflette, lo subisce rispetto a qualcosa di più caro, appunto, dove il proprio narcisismo aveva riposto sicurezza assoluta. Qualcosa che potevi fare, anche con aria da gigante dell’impossibile, non lo puoi fare più. Tutto avrà un tempo suo e noi cittadini del nuovo Sistema dobbiamo cominciare ad avere a che fare con un «diverso», che ci porterà a essere simili tra di noi, con diritti simili e doveri simili, da rispettare sempre.