«A Palazzo Chigi andiamo»
«Noi dell’opposizione non ospiti come gli altri»
«AVilla Pamphilj no. Ma siamo pronti a portare a Palazzo Chigi le nostre proposte per il dibattito sugli Stati Generali» dice il forzista Antonio Tajani.
ROMA Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, avete fatto marcia indietro?
«No, perché?».
Silvio Berlusconi martedì si era detto favorevole alla partecipazione del centrodestra agli Stati generali a Villa Pamphilj, ora non più?
«Ma Berlusconi non ha mai parlato di Villa Pamphilj. Ha detto che siamo disponibili a portare le nostre proposte nel dibattito, anzi chiediamo di essere ascoltati e che le nostre idee siano prese in considerazione».
E allora perché non andate?
«Se il premier Conte ci convoca a Palazzo Chigi prima dell’inizio degli Stati generali, noi siamo pronti ad andare. Anzi, in questo modo potranno fare i loro incontri avendo chiara la posizione dell’opposizione».
Scusi, ma come dice Conte, anche Villa Pamphilj è un luogo istituzionale: che differenza
Lo scontro
Siamo forze parlamentari, non personaggi della cultura Non facciamo la sfilata
c’è?
«C’è differenza eccome. Noi siamo l’opposizione, siamo forze parlamentari, non siamo categorie professionali, o personaggi della cultura, del cinema o dell’arte o di quel che è. Non è che facciamo la sfilata, prima Farinetti, poi noi, poi i sindacati, poi altri... Siamo un’altra cosa».
Prima del vertice però Forza Italia sembrava favorevole, Salvini ha dichiarato che avrebbe risposto all’invito e solo la Meloni sembrava opporsi duramente: che è successo?
«Ma no, siamo stati compatti, tutti d’accordo: una cosa è il confronto, altra è metterci
Forza Italia
Antonio Tajani, 66 anni sullo stesso piano di tutti gli altri ospiti. Bisogna che il dialogo abbia un senso, e che le parti abbiano ciascuna il proprio ruolo: il governo e l’opposizione».
Ma lei considera gli Stati generali una passerella?
«Non so cosa siano, non mi interessano le definizioni. Lo considero un appuntamento che rischia di rivelarsi inutile, oltre che lunghissimo, si parla addirittura di dieci giorni. Mi chiedo a cosa serva un conclave del genere. Ci sono i luoghi deputati agli incontri, c’è il Parlamento, c’è Palazzo Chigi, si possono convocare le parti sociali. E comunque, mi sembra che anche a sinistra e nella maggioranza abbiano molti dubbi, ma molti...».
Se Conte vi riceve a Palazzo Chigi cosa andate a dirgli?
«Porteremo le nostre proposte. Fin dall’inizio abbiamo elaborato un piano concreto, per uscire prima dalla crisi sanitaria e poi da quella economica. Di più, il nostro documento è antesignano rispetto a quello di Colao: tutte le nostre proposte sono state riprese da lui».
Di questo volete parlare?
«Vogliamo parlare dei 55 miliardi di cui abbiamo votato anche noi lo scostamento, più i 25 precedenti del decreto Liquidità, vogliamo sapere come si pensa di spenderli, vogliamo che non si perda l’occasione del Recovery fund, che si utilizzi il Mes...».
Questo i suoi alleati non lo vogliono però
«Io dico quella che è la posizione di Forza Italia. Ma siamo compatti. Chiediamo una riforma della giustizia, una riforma fiscale, della burocrazia, vogliamo il piano casa per rilanciare l’economia. E le infrastrutture, i collegamenti telematici da implementare, un piano scuola serio anche per la Dad (Didattica a distanza, ndr) se l’emergenza dovesse costringerci in autunno a ricorrervi di nuovo».
Ma tutto ciò non può essere espresso a Villa Pamphilj?
«No, se Conte vuole siamo disponibilissimi a vederlo e a presentarci a Palazzo Chigi. Basta che ci convochi».