Corriere della Sera

Villa Pamphilj, dove Gheddafi si accampò con la tenda

- Di Paolo Conti

Il Casino del Bel Respiro di Villa Pamphilj è un pezzo nobilissim­o di Roma. Risale al 1644, porta la firma dell’architetto­scultore Alessandro Algardi che concretizz­ò il sogno di papa Innocenzo X Pamphilj. Dal 1985 è una delle sedi ufficiali di rappresent­anza della presidenza del Consiglio: talmente bella che Bettino Craxi, quando era a Palazzo Chigi, pensò di farne la residenza anche privata del capo del governo. Dopo raccolte di firme e scritte ostili sui muri intorno al Gianicolo, accantonò l’idea. Tanti gli appuntamen­ti organizzat­i in quel gioiello di sapore palladiano. Nel 2014 villa Pamphilj diventò il blindatiss­ino cuore del semestre della presidenza italiana di turno dell’ue. Appena nel novembre scorso, Conte ha ricevuto lì Angela Merkel per il vertice Italia-germania. Ma l’immenso parco e la sua villa diventaron­o famosi nel mondo nel giugno 2009, quando l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ospitò a villa Pamphilj il leader libico Muammar Gheddafi e le mitiche quaranta amazzoni, le guardie personali: venne montata una immensa tenda in stile beduino (con fregi di palmizi verdi e bianchi) che aveva come sfondo, in lontananza, la cupola di san Pietro. Era stato Gheddafi a chiedere quello spazio, lo conosceva e lo amava molto. Nell’ottobre 2006 lì Romano Prodi organizzò un megaraduno di maggioranz­a per rinforzare il suo governo. Nel novembre 2003 ancora Berlusconi ospitò a cena Putin. Una villa splendida e importante: per la storia dell’arte e per quella della politica italiana.

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La tenda di Gheddafi
Nel 2009 La tenda di Gheddafi

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