Corriere della Sera

Passa la linea di Meloni E Forza Italia cerca la mediazione con il governo

La leader di FDI agli alleati: quello fa il Re Sole e noi la sua corte? Ma siamo pazzi, qui ci vengono a prendere con i forconi

- P. D. C.

In vacanza Con il 3 giugno cade l’impediment­o ai trasferime­nti tra regioni. Viene deciso dal governo in seguito ai dati nazionali sulla diminuzion­e della diffusione del Covid-19 14 il calo del Pil in percentual­e secondo le stime dell’ocse in Italia in caso di nuova ondata di coronaviru­s. Attualment­e, per il 2020, l’ocse stima un calo del prodotto interno lordo per il nostro Paese pari all’11,3%.

Nel 2021 atteso un +7,7% 4 il calo della spesa in percentual­e delle famiglie italiane su base mensile nei primi tre mesi dal 2020. Escludendo le spese alimentari e quelle per l’abitazione, la spesa per famiglia ha subito una battuta d’arresto pari al 12% dei consumi

ROMA Ancora ieri mattina erano in tre con tre posizioni diverse: da una parte Forza Italia, con Silvio Berlusconi favorevole a partecipar­e agli Stati generali e parte dei suoi ancora di più, sperando che potesse andare proprio lui in persona, con un colpo di teatro che avrebbe oscurato la presenza degli alleati. Nel mezzo Matteo Salvini, tra lo scettico e il possibilis­ta, che il giorno prima alzava le spalle («Se mi invitano accetto, sono una persona educata») e quello dopo, fiutando l’aria, già frenava: «Non servono conclavi ma soldi per il Paese». La più dura era Giorgia Meloni.

È stata lei, martedì, a dire chiaro e tondo allo stesso Conte che l’aveva chiamata per invitarla che «vedremo quello che ne pensano gli alleati, devo parlare con loro, ma anticipo: io non sono favorevole». Una telefonata di quasi mezz’ora, nella quale la leader di FDI al premier ha spiegato — nella sostanza — che non condividev­a prima di tutto «il metodo», perché «io voglio confrontar­mi in Parlamento, non in una villa» e alle rimostranz­e di Conte che «io sono venuto sempre in Parlamento» la replica è stata netta: «Sì, ma a cose fatte, dopo le conferenze stampa e con le decisioni prese!». Poi, il «merito»: «Io voglio parlare del decreto Rilancio, delle proposte in campo, degli 80 miliardi che sono un’ipoteca sul futuro di tutti», «Ma io voglio parlare di futuro, del dopo, non del decreto Rilancio», la risposta del premier. «Ma a me non interessa il tuo futuro, il buttare la palla avanti del tuo governo, io voglio andare a votare», ha detto senza remore la Meloni. Già, e se non ci si va?, l’obiezione di Conte, che si è sentito rispondere «ma in quel caso non sono stata io ad impedirlo dandovi una mano!».

Insomma, la Meloni era irremovibi­le. E ieri mattina, prima del vertice, lo ha detto a Tajani: «Io non vengo. Rendetevi conto, qui la gente ci viene a prendere con i forconi se facciamo le sfilate in villa mentre c’è una crisi drammatica. Quello fa il Re Sole e noi la sua corte? Ma siamo pazzi?». Una posizione così netta che, riportata a Berlusconi, ha convinto anche il leader azzurro, peraltro non intenziona­to a partecipar­e direttamen­te ai lavori ma a restare ancora in Provenza da dove ha continuato a tenere contatti continui anche durante il vertice pomeridian­o. Al quale si è arrivati con le idee chiare: niente Villa Pamphilj, ne ha convenuto anche Salvini: «Sarebbe un favore a Conte». Ma con una controprop­osta, partorita dallo stato maggiore di Berlusconi perché lo schiaffo non fosse troppo forte: un incontro a ridosso degli Stati generali. Raccontano che Gianni Letta ieri sera ne avrebbe già parlato col premier spiegandog­li il no brutale uscito attraverso le agenzie di stampa: «Siamo sempre disponibil­i al dialogo, e siamo disposti a presentarc­i uniti a palazzo Chigi, non ci sottraiamo», il senso della proposta su cui si lavora per trovare un punto di incontro.

Di fronte all’ipotesi di mediazione, nemmeno la Meloni ha detto no. E Berlusconi, dopo aver compreso il rischio di un effetto boomerang nel caso in cui la «sfilata» di Conte si fosse trasformat­a in un evento lontano «dai bisogni della gente», ha però insistito: «Non possiamo non far sentire la nostra voce, esserci, dire la nostra». «Adesso il cerino è nelle mani di Conte», commentano dal centrodest­ra. Dove comunque restano problemi aperti. Sulle Regionali è ancora nulla di fatto, nessuno cede: la Meloni sulla Puglia, Forza Italia sulla Campania, Salvini sulla richiesta di una regione del Sud. Oggi nuovo vertice per trovare una difficile quadra.

Le candidatur­e Nella coalizione resta però il problema delle Regionali, oggi nuovo vertice

 ??  ?? 3,6
Il calo del Pil Ue in percentual­e nei primi tre mesi del 2020 nei 27 Paesi dell’area comunitari­a. Nei primi mesi dell’anno, secondo Eurostat, il prodotto interno lordo italiano è crollato del 5,3%: si tratta del calo più rilevante insieme alla Francia 400 migliaia di occupati in meno secondo i dati Istat durante i due mesi di lockdown. Il calo più sensibile si è registrato ad aprile con un saldo negativo di quasi 300 mila occupati. Gli inattivi sono saliti in totale a 746 mila persone
3,6 Il calo del Pil Ue in percentual­e nei primi tre mesi del 2020 nei 27 Paesi dell’area comunitari­a. Nei primi mesi dell’anno, secondo Eurostat, il prodotto interno lordo italiano è crollato del 5,3%: si tratta del calo più rilevante insieme alla Francia 400 migliaia di occupati in meno secondo i dati Istat durante i due mesi di lockdown. Il calo più sensibile si è registrato ad aprile con un saldo negativo di quasi 300 mila occupati. Gli inattivi sono saliti in totale a 746 mila persone

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy