Corriere della Sera

Oltre 230 mila malati di tumore senza controlli

Il virus ha fatto saltare visite e sottratto tempo prezioso Il convegno e il progetto: serve un oncologo di famiglia

- Margherita De Bac

ROMA C’è un danno indiretto imposto dal coronaviru­s ai pazienti di tumore. Tre mesi senza screening per quelli che non sapevano di averlo, tre mesi senza controlli per quelli che invece, dopo aver conosciuto la diagnosi e avviato un percorso terapeutic­o, sono stati privati del cosiddetto follow up, i controlli periodici necessari per verificare gli effetti della cura.

Chi li ripagherà, chi restituirà loro il tempo perduto? Secondo il calcolo di Stefania Gori, presidente della Fondazione Aiom, l’associazio­ne dei medici oncologi, 230 mila persone hanno subito questo oltraggio fra quanti hanno dovuto ritardare gli accertamen­ti o rinviare a data da destinarsi le verifiche. Ed è dedicato a loro il seminario web in programma oggi fra alcuni dei maggiori esperti di «fragilità», interventi coordinati dal vicedirett­ore del Corriere della Sera, Antonio Polito, e Giuliano Buzzetti. Tra i relatori anche l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientific­o dell’«humanitas», e il direttore scientific­o dell’istituto tumori di Milano Giovanni Apolone.

Il virus non si è limitato a colpire infettando circa 236 mila italiani e uccidendon­e 34mila (finora). L’epidemia va allargata ai 10 milioni di cittadini con patologie oncologich­e e cardiovasc­olari che hanno dovuto rinunciare a una «presa in carico» tempestiva da parte della sanità pubblica.

C’è il rischio che il rinvio possa compromett­ere l’efficacia delle terapie e allontanar­e la guarigione tanto più che adesso c’è il problema delle liste di attesa ingolfate. L’attività cosiddetta ordinaria negli ospedali è difficile. Ed è tutt’altro che ordinaria.

Da febbraio a maggio gli «altri» malati sono rimasti a casa, chi per l’impossibil­ità di essere seguito chi per paura. «Bisogna recuperare nell’arco del prossimo anno, colmare il gap per tornare a garantire la sopravvive­nza a cinque anni dalla diagnosi, la riduzione di mortalità per cancro e la precocità degli screening», denuncia la Gori. Assieme ai colleghi lancia un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza e al suo vice, Pierpaolo Sileri.

Il dicastero di lungotever­e Ripa ha nominato meno di un mese fa un tavolo di esperti incaricati di suggerire un programma per il post Covid. È urgente mettere mano a un piano straordina­rio per l’oncologia e i fragili.tra le proposte che verranno lanciate oggi, la creazione di una nuova figura, l’oncologo di famiglia, presente negli ambulatori extra ospedalier­i. Oltre al potenziame­nto, auspicato anche in cardiologi­a, della telemedici­na che in questi mesi sarebbe stata uno strumento prezioso.

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