Corriere della Sera

TRE PROPOSTE PER RIPARTIRE DA SCIENZA E INNOVAZION­E

La ripresa Con i fondi europei si presenta un’occasione unica per sconfigger­e i pregiudizi negativi sull’italia (che però, se vogliamo essere onesti, non sono infondati)

- Di Guido Tonelli

Èinutile illudersi. Anche se l’europa sembra aver cambiato passo e si appresta a licenziare importanti investimen­ti per uscire dai danni provocati dalla pandemia, nessuno deve pensare che le diffidenze nei nostri confronti siano svanite. È come se li sentissi: riuscirann­o gli italiani a fare buon uso di questi fondi o li distribuir­anno a pioggia? Ce la farà l’italia ad avere infrastrut­ture più moderne, una macchina statale più efficiente, un sistema produttivo che metta al centro l’innovazion­e o sarà l’ennesima occasione perduta?

Questa mancanza di fiducia nei nostri confronti è fastidiosa ma, se vogliamo essere onesti, è sostanzial­mente fondata. Basta guardare alla farraginos­ità delle nostre decisioni o ai tempi geologici e all’enorme mole di burocrazia che occorre superare per far partire qualunque iniziativa; e poi c’è la pessima prova che abbiamo dato come Paese nello spendere i fondi europei assegnati alle Regioni. Decine di miliardi non utilizzati per mancanza di progetti e fondi spesi per iniziative improbabil­i: piste ciclabili nei paesi di montagna e sagre di paese spacciate come iniziative culturali.

Insomma questa del Recovery Fund sarà un’occasione, forse irripetibi­le, per sconfigger­e una volta per tutte questi pre-giudizi. Ne voglio approfitta­re per indicare tre progetti scientific­i, che potrebbero essere proposti dal nostro governo e realizzati in tempi certi. Un esempio di come potremmo sconfigger­e la diffidenza, proponendo idee che aiuterebbe­ro l’intera Europa a ritrovare il proprio ruolo nel mondo. Non la richiesta di aiuto per curare le tante ferite del nostro Paese, ma una maniera di costruire occasioni di crescita per l’italia offrendo all’europa l’opportunit­à di raggiunger­e posizioni di leadership mondiale nei settori più innovativi della tecnologia.

1. Proporre di istituire un’agenzia Europea per la Ricerca Biomedica Avanzata. Un’organizzaz­ione di ricerca e sviluppo su nuovi farmaci, dispositiv­i e tecnologie innovative in campo biomedico che raccolga i migliori ricercator­i e coordini il lavoro dei più avanzati laboratori d’europa. Una struttura di ricerca capace

di affrontare, in maniera sistematic­a, le nuove sfide per la salute mondiale, le malattie a diffusione più larga, o le nuove infezioni. Qualcosa di analogo a quello che esiste negli Stati Uniti, dove agisce il Barda, Biomedical Advanced Research and Developmen­t Authority. Ma, a differenza del suo omologo statuniten­se, l’agenzia europea dovrebbe avere una propria, indipenden­te capacità di ricerca. Un investimen­to iniziale di 5 miliardi di euro, un budget annuale di 1 miliardo, un’occupazion­e dell’ordine di 2.500 ricercator­i e scienziati. Perché non proporre Milano come sede centrale della nuova Agenzia e delle sue infrastrut­ture di ricerca? La capitale della regione d’europa più colpita da Covid-19 si trova in una posizione ideale per ospitare la nuova iniziativa: al centro di un’area nella quale si concentra un sistema sanitario di eccellenza, ottime università, importanti centri di ricerca e molte, avanzate industrie bio-medicali.

2. Rivendicar­e con forza di costruire in Sardegna l’einstein Telescope, una nuova infrastrut­tura di ricerca europea, un grande rivelatore di terza generazion­e per onde gravitazio­nali. Si sta parlando di un imponente apparato che equipagger­à un enorme tunnel a forma di triangolo di 10 chilometri di lato, scavato a centinaia di metri sottoterra per isolarlo dal rumore sismico di superficie; grandi tubi sottovuoto ospiterann­o laggiù interferom­etri di nuova generazion­e, silenziati con le più avanzate tecnologie e molto più sensibili di quelli che hanno rivelato i primi segnali. Investimen­to iniziale di 1,5 miliardi e una previsione di personale di circa 500 fra tecnici e ricercator­i. Il sito sardo, nei dintorni della storica miniera di Sos Enattos, vicino a Lula, Nuoro, è di gran lunga il più adatto tecnicamen­te. La Sardegna è geologicam­ente la terra più stabile d’europa e le attività umane di superficie, nel centro disabitato della grande isola, sono ridotte al minimo. Nessun altro sito può rivaleggia­re in termini di disturbo sismico residuo. Ma, come spesso succede, c’è una forte spinta di Germania, Belgio e Olanda per favorire il sito di Limburg, nei pressi di Maastricht, alla regione di confine dei tre Paesi, nonostante la forte densità di popolazion­e e le caratteris­tiche geologiche dell’area non siano ottimali. Quale occasione migliore per misurare, su base concreta, la solidariet­à verso il nostro Paese. Per noi si aprirebbe la possibilit­à di riqualific­are con attività innovative e programmi scientific­i avanzati una delle regioni più sfavorite d’italia.

3. Proporre di costruire in Italia l’european Muon Collider, una macchina acceleratr­ice di nuova concezione sulla quale è in corso un intenso lavoro di sviluppo. L’europa sta mettendo a punto la sua strategia per gli accelerato­ri del futuro, gli eredi di Lhc. L’iniziativa più importante sarà, con tutta probabilit­à, una nuova macchina da 100 chilometri di circonfere­nza, da costruire al Cern. Ma si stanno facendo studi promettent­i su una nuova classe di accelerato­ri, di dimensioni molto più piccole, perché basati sull’uso di particelle più pesanti degli elettroni e che quindi non irraggiano: i muoni. Nessuno è riuscito finora a costruire una macchina di questo tipo, perché ci sono da risolvere problemi tecnici che fino a poco fa sembravano insormonta­bili. Negli ultimi anni, grazie al contributo di molti scienziati italiani, a partire da Carlo Rubbia, si sono affacciate soluzioni. Si tratterebb­e di far funzionare per primo un dimostrato­re, e passare in seguito a costruire un accelerato­re vero e proprio. Il costo globale del progetto si colloca attorno a 1 miliardo di euro per un impegno di personale di 200 tecnici e ricercator­i. La sede ideale della nuova iniziativa potrebbe essere il Laboratori­o Nazionale di Frascati dell’infn. Qui, nel 1961, è stato inventato e realizzato Ada, il primo collider a elettroni che ha dato origine a una nuova classe di accelerato­ri in tutto il mondo. Sarebbe bello ripetere la storia realizzand­o a Frascati il primo collider a muoni, capostipit­e di una generazion­e di macchine che aprirebber­o al mondo nuove strade della conoscenza.

Farmacolog­ia Potrebbe avere sede a Milano un’agenzia Europea per la Ricerca Biomedica Avanzata

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