Corriere della Sera

CODICE DEGLI APPALTI, SERVE SEMPLIFICA­RE PER POTER INVESTIRE

- Di Paola Pica

Ultimo in ordine di tempo è arrivato l’altolà della Corte dei Conti nella relazione che segue i monitoragg­i sulle amministra­zioni dello Stato, gli acquisti di beni e servizi da parte di alcuni ministeri. «È necessario ridurre le stazioni appaltanti» scrivono i magistrati dell’organo di garanzia motivando la richiesta di diminuire il numero degli enti promotori con i rischi per la libera concorrenz­a, mentre resta evidente la generalizz­ata carenza di trasparenz­a e di precisione nei contratti. Tanto che, alla fine, tocca riaprire i documenti per completarl­i «con clausole aggiuntive», viene sottolinea­to nella relazione, lasciando immaginare tutto ciò che ne consegue in tema di burocrazia e perdita di tempo.

Il tema posto dalla Corte dei Conti è parte di una questione più ampia, già incandesce­nte e anzi da «codice rosso» come l’ha definito il presidente dei costruttor­i italiani Gabriele Buia, invocando su questo quotidiano la riforma del Codice degli appalti. Se vogliamo rialzarci, allora dovremo prima di tutto riparare scuole, palestre e campetti da calcio, rimettere in efficienza ospedali e presidi sanitari, ripensare i penitenzia­ri, e certo ricostruir­e strade e viadotti.

Non è la grande opera realizzata in condizioni (e deroghe) eccezional­i come il Ponte Morandi — il dibattuto modello Genova — cui bisogna guardare. Piuttosto, è la miriade di interventi di manutenzio­ne ormai urgenti in tutto il Paese a soffrire un sistema inefficien­te di controlli ex ante, vecchi mali e recenti complicazi­oni, paralizzat­o ben prima dell’avvento del Covid. Se è vero che ogni euro investito in infrastrut­ture può generarne fino a tre di Pil, non andrebbe sottovalut­ata la proposta Colao di semplifica­re l’applicazio­ne del (nuovo) Codice degli appalti ai progetti di natura infrastrut­turale adottando per le opere «di interesse strategico» le Direttive Ue. Un modo per recuperare tempo prezioso e aderire, facendo il nostro interesse, a quello stesso progetto europeo che ci consente di avere risorse da impiegare nella nostra ripresa economica.

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