Corriere della Sera

IL MIRACOLO DELLA CUPOLA DI «PIPPO» BRUNELLESC­HI

Risponde Aldo Cazzullo

- Caro Marco, Marco Sostegni marco.sostegni@libero.it

La ringrazio per la sua lettera perché la cupola di Santa Maria del Fiore — insieme con i mosaici di San Marco — è secondo me la cosa più bella del mondo, e mi inorgoglis­ce pensare che sia nel mio Paese. Qualche tempo fa mi è capitato di scrivere che per oltre mille anni, dai tempi del Pantheon fino a Filippo Brunellesc­hi, l’uomo non sapeva più voltare una cupola. Mi è stato fatto notare che in quei mille e più anni sono state costruite molte cupole, comprese appunto quelle di San Marco. Certo. Ma nessuna di tale arditezza da sembrare una delle colline che cingono Firenze dal lato meridional­e, capace di resistere a tempeste e terremoti sino ai giorni nostri. Ma sentiamo come Leon Battista Alberti, un collega di Brunellesc­hi, uno che quindi secondo le logiche del nostro tempo dovrebbe dire di lui cose orribili, commenta la sua opera: «Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e’ cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e’ popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibil­e potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto?». Tre annotazion­i: Filippo Brunellesc­hi curvò la cupola senza armature, grazie a una doppia volta, di cui quella interna autoreggen­te e quella esterna solo di copertura; vinse il concorso nel 1420, quasi vent’anni dopo aver perso quello per la Porta Nord del Battistero, la Porta del Paradiso, vinto con suo grande scorno da Lorenzo Ghiberti — ma qualcuno sostiene che avessero vinto entrambi, ex aequo, e che Brunellesc­hi si sia rifiutato di lavorare con Ghiberti —; Leon Battista Alberti lo chiama confidenzi­almente Pippo. (Va detto che, tra i grandi italiani, anche Giuseppe Mazzini e Giuseppe Dossetti erano chiamati Pippo dagli amici).

 ??  ?? Caro Aldo il 4 di aprile la Cupola del Brunellesc­hi ha compiuto 600 anni, se non erro la facciata era stata copiata dalla Collegiata a Empoli. È un vanto che si perpetua di «cotanta perfezione» come forse avrebbero detto quando è stata finita. In 600 anni ci sono stati progressi nell’ingegneria, nella tecnologia, nei materiali edili ma non ho mai capito perché non sono nate molte «sorelle» alla cupola del Brunellesc­hi. Pensa che ci siano speranze di raggiunger­e di nuovo certe vette per l’ingegno italiano?
Caro Aldo il 4 di aprile la Cupola del Brunellesc­hi ha compiuto 600 anni, se non erro la facciata era stata copiata dalla Collegiata a Empoli. È un vanto che si perpetua di «cotanta perfezione» come forse avrebbero detto quando è stata finita. In 600 anni ci sono stati progressi nell’ingegneria, nella tecnologia, nei materiali edili ma non ho mai capito perché non sono nate molte «sorelle» alla cupola del Brunellesc­hi. Pensa che ci siano speranze di raggiunger­e di nuovo certe vette per l’ingegno italiano?

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