«Servono 4 riforme chiave per dimostrare a Ue e Bce che l’italia fa sul serio»
Casasco (Confapi): passare subito alla fase operativa
monta a 1.400 miliardi. Se aumenta la fiducia, parte di questi soldi si trasformeranno in investimenti e consumi».
Quale sarebbe un tempo ragionevole per passare alla fase B, quella del confronto sulle misure?
«Non c’è spazio per i rinvii. Diciamo entro fine mese».
Come Confapi quando sarete sentiti?
«Abbiamo ricevuto la convocazione per mercoledì».
Diceva che il governo deve scegliere le riforme su cui puntare. Proposte?
«Primo: completare l’infrastruttura digitale, banda larga e 5G. E per il 5G bisogna guardare più a Washington che a Pechino per quanto riguarda i partner, i nostri dati vanno protetti. Secondo: investire sui settori ad alto moltiplicatore di sviluppo. E quindi la filiera dell’automotive e le infrastrutture, intervenendo con piccoli appalti che facciano lavorare le nostre imprese. Terzo: scuola e ricerca, favorendo l’innovazione di prodotto, i brevetti e la ricerca integrata con la piccola e media industria. Quarto: politiche per la crescita demografica. Le italiane hanno il primo figlio cinque anni più tardi delle francesi. Infine i giovani».
Aiutare i giovani vuole dire prima di tutto tenere sotto controllo il debito. Che invece aumenterà.
«Per questo andrebbe creato un ministero del Futuro affidato a un giovane di qualità, di 30, 35 anni massimo. Dovrebbe vagliare le misure che vengono prese in un’ottica di sostenibilità per i giovani».
Da oggi le imprese possono chiedere i contributi a fondo perduto.
«Una buona notizia. Ma chiamarlo fondo perduto è improprio. Si tratta di un investimento sulla crescita».