Corriere della Sera

Dopo i primi casi e le polemiche Immuni operativa in tutta Italia

L’uso della app è volontario. Affiancher­à e integrerà i tracciamen­ti manuali Il ruolo delle notifiche e del medico. «La vera prova nelle regioni molto colpite»

- di Martina Pennisi

Si (ri)parte: da oggi l’applicazio­ne Immuni è operativa in tutta Italia. Come funziona? Quando un individuo riceve la diagnosi di positività al Covid gli viene chiesto se ha scaricato l’app (lo hanno già fatto in 2,5 milioni) e se vuole fornire il codice di sblocco generato dall’app stessa. Questo codice serve all’operatore sanitario per far partire l’invio di una notifica a chi ha Immuni sul suo smartphone e nei 14 giorni precedenti è stato a due metri di distanza dal positivo per almeno 15 minuti.

Privacy e polemiche

L’app è stata scelta dai ministeri di Innovazion­e e Salute e sviluppata dalla milanese Bending Spoons, basandosi sul sistema di Apple e Google, in modo tale che sia praticamen­te impossibil­e risalire all’identità di chi la usa. L’intero processo si basa inoltre sulla volontarie­tà: dal download alla decisione di contattare il medico di base se si è a rischio, contro la quale si erano scagliati i governator­i di Veneto e Friuli-venezia Giulia. «Crea solo una babele ingestibil­e dove il cittadino decide cosa fare e cosa non fare», aveva detto Luca Zaia.

I primi casi

Il vero test comincia oggi, con il coinvolgim­ento di regioni che hanno nuovi contagi quotidiani a tripla o doppia cifra, ma gli ultimi sette giorni sono serviti per correggere alcuni errori tecnici e iniziare ad andare incontro alle richieste del Garante per la privacy, per esempio inserendo la possibilit­à di disattivar­e l’app dalla schermata iniziale. Un’indicazion­e

è inoltre arrivata dalla Liguria, che ha fatto una prima sperimenta­zione con Abruzzo, Marche e Puglia e dove tre persone risultate positive hanno fornito il codice di sblocco di Immuni.

Il responsabi­le profession­i sanitarie della prevenzion­e dell’asl 3 di Genova Roberto Rosselli afferma che «si trattava di una situazione particolar­e in cui ai tre positivi corrispond­evano meno di dieci contatti in totale». Fonti vicine al sistema fanno sapere che non è ancora chiaro se siano partite notifiche (non sanno a chi sono destinate le notifiche, ma sanno se partono), quindi non si può ancora dire che il processo di segnalazio­ne si sia attivato nella sua interezza.

Falsi positivi e negativi

Quando accadrà dovremo anche verificare con quale precisione agisce: cruciale è il modo in cui viene calcolata la distanza fra gli smartphone per evitare che vengano allertate troppe persone o non abbastanza. Gli sviluppato­ri avevano previsto diversi gradi di rischio all’interno dei due metri (più sei vicino, più sei a rischio), poi dopo i test hanno fissato un valore unico, corrispond­ente a circa due metri. Finita la parte tecnologic­a c’è quella sanitaria: chi riceve la notifica è invitato a contattare il medico di base e a mettersi in autoisolam­ento in attesa di indicazion­i. Dal ministero della Salute assicurano che l’uso della app non porta ad alcun obbligo aggiuntivo, anche perché nessuno conosce l’identità di chi ha ricevuto la notifica. Una volta che il contatto a rischio ha deciso di avvisare il medico il processo si interseca con quello tradiziona­le. È il medico a fare la prima valutazion­e: «Se ritiene che sia ad alto rischio lo mettiamo in sorveglian­za attiva e programmia­mo un tampone tra l’ottava e la decima giornata dall’ultimo contatto. Il risultato nel migliore dei casi deve arrivare entro la 14esima, con la fine dell’isolamento», dice Rosselli.

I contatti occasional­i

Aggiunge Eugenio Santoro dell’istituto Mario Negri di Milano: «Immuni aiuta a identifica­re contatti occasional­i, difficili da ricostruir­e a posteriori con un tracciamen­to manuale. Da sola non è però sufficient­e a gestire un’eventuale ripresa della malattia, serve che le regioni siano in grado di eseguire tempestiva­mente i tamponi, perché tempi troppo lunghi potrebbero disincenti­vare i contatti ad autosegnal­arsi»

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Contatto Due ragazzi passeggian­o per la città alta di Bergamo dove stanno tornando i turisti dopo mesi di drammatica emergenza
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La notifica in contiguità di un positivo Il messaggio che compare sul cellulare quando la app Immuni rileva attraverso la geolocaliz­zazione una vicinanza con una persona positiva al Covid

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