Corriere della Sera

Come funziona il vaccino di Oxford che arriverà anche in Italia

Servono altri test per provare l’efficacia sull’uomo Previste 400 milioni di dosi con consegna a fine anno

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Il vaccino sviluppato dallo Jenner Institute-università di Oxford consiste in un adenovirus (il virus del raffreddor­e degli scimpanzé) svuotato del suo patrimonio genetico, quindi privato della capacità di infettare, e riempito della proteina Spike sintetizza­ta, cioè prodotta chimicamen­te in laboratori­o. La Spike è indispensa­bile per il Sars-cov-2 in quanto gli permette di entrare nella cellula umana. Il vaccino ha la funzione di stimolare nell’organismo attaccato dal Sars-cov-2 la produzione di anticorpi contro la proteina e di prevenire la malattia.

Gli studi clinici di fase 1, sull’uomo, sono cominciati a marzo in Inghilterr­a per verificare se il vaccino è sicuro, cioè non ha effetti tossici. Si sono conclusi a maggio su un migliaio di volontari. I dati preliminar­i non sono stati pubblicati, ma sottoposti al controllo di un Comitato indipenden­te che si confronta con le agenzie regolatori­e. Stanno per iniziare in contempora­nea le fasi 2 e 3 su decine di migliaia di volontari. Ora bisogna avere la prova che il vaccino protegge dal coronaviru­s. Le dosi dei test sono state prodotte dall’irbm di Pomezia.

L’azienda che si è assicurata l’esclusiva della produzione in base a un accordo con l’istituto Jenner, l’astrazenec­a, prevede di poter essere pronta con le prime dosi a fine settembre. Per raggiunger­e l’obiettivo si sta preparando a partire nelle varie sedi produttive in modo da garantire un’equa distribuzi­one in tutto il mondo. Sperando che per quel periodo le agenzie regolatori­e avranno dato il via libera dopo aver valutato positivame­nte i dati degli studi clinici che riguardano la sicurezza (fase 1) e l’efficacia (fase 2 e 3). L’approvazio­ne è attesa entro ottobre.

L’italia non è coinvolta nella sperimenta­zione se non per la produzione delle dosi presso l’irbm di Pomezia. Il vaccino, dopo aver superato la fase 1, verrà provato su 10 mila volontari inglesi il cui reclutamen­to è già cominciato da 2 settimane presso una ventina di centri. Gli studi di seconda e terza fase sono suddivisi in due «bracci»: il gruppo A riceverà il vaccino, al gruppo B sarà inoculato un placebo. Poiché l’epidemia in Europa è in declino, gli studi sono stati allargati a Paesi ora più colpiti: Brasile, Stati Uniti e dopo Russia e Africa.

Divisek / Epa)

Per agevolare la messa a punto di un vaccino anti Sars-cov-2 le agenzie regolatori­e mondiali hanno autorizzat­o procedure più snelle e rapide. Normalment­e un programma di studi clinici richiede 2-3 anni di tempo, in questo caso basterebbe­ro 9 mesi se davvero a settembre si avrà il via libera. La velocità non è però andata a discapito della sicurezza. Gli investimen­ti sono stati imponenti anche sul piano delle risorse umane messe in campo per fare in modo di svolgere in parallelo più programmi senza seguire la tempistica.

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Un momento di «Ponti di tempo» di Jirí Kylián, davanti al personale ospedalier­o(martin
Sul palco Un momento di «Ponti di tempo» di Jirí Kylián, davanti al personale ospedalier­o(martin
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