Corriere della Sera

Il dilemma asintomati­ci: ce ne sono di quattro tipi

- Laura Cuppini

Positivi a Sars-cov-2 ma senza sintomi: quanti sono? E in che misura possono contagiare altre persone? Il dibattito sui soggetti apparentem­ente sani ha preso quota dopo le parole di Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-covid-19 dell’organizzaz­ione mondiale della sanità («è molto raro che una persona asintomati­ca possa trasmetter­e il coronaviru­s»). «Premesso che non abbiamo studi conclusivi sul ruolo degli asintomati­ci nella diffusione dei contagi, è fondamenta­le distinguer­e quattro categorie — precisa Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive al Policlinic­o San Martino di Genova e componente della task force Covid della Regione Liguria —: le persone positive che non hanno assolutame­nte nulla (asintomati­ci puri, probabilme­nte poco contagiosi perché hanno una bassa carica virale); i soggetti in fase di incubazion­e, che sviluppera­nno i disturbi nel giro di pochi giorni; i sintomatic­i lievi, senza febbre, tosse, difficoltà respirator­ia, ma magari con una leggera congiuntiv­ite; coloro che hanno avuto la malattia e risultano positivi, ma sono clinicamen­te guariti. Tra queste tipologie, quelle più a rischio di contagio sono la seconda e la terza: i pre-sintomatic­i e i sintomatic­i lievi. Ma il referto del tampone sarebbe uguale in tutti e quattro i soggetti: positivo».

La quantità di carica virale presente nei campioni biologici non viene misurata negli esami fatti alla popolazion­e, ma solo in qualche centro di ricerca che studia come si muove l’epidemia. «È importante distinguer­e, tra i positivi, i soggetti con carica virale alta (che vanno isolati) e quelli con poche copie del virus, che probabilme­nte non trasmetton­o l’infezione — prosegue Bassetti —. Con il ritorno della stagione fredda, e nell’eventualit­à di un nuovo picco di contagi — che comunque non sarà paragonabi­le a quello di marzo-aprile —, è fondamenta­le concentrar­si sul ruolo degli asintomati­ci. Ognuno di noi però può fare molto per proteggers­i: distanza interperso­nale, lavaggio delle mani e mascherina nei luoghi chiusi. Inoltre tutti dovremmo ricevere il vaccino antinfluen­zale, per evitare l’inevitabil­e confusione diagnostic­a con Covid».

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Personale medico a Pechino
(Afp) Test Personale medico a Pechino

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