L’annuncio di Macron: scuole riaperte
L’eliseo: «Obbligo di frequenza dal 22 giugno È il segno di una prima vittoria sull’epidemia»
PARIGI «Gli asili, le scuole elementari e le medie si prepareranno ad accogliere, a partire dal 22 giugno, tutti gli allievi in maniera obbligatoria, e secondo le regole di presenza normale», ha annunciato il presidente Emmanuel Macron ieri sera in diretta tv dall’eliseo. È il segno di una «prima vittoria contro l’epidemia», rivendicata con orgoglio dal capo dello Stato francese.
Macron sta vincendo la sua scommessa e ha voluto sottolinearlo durante il suo quarto discorso ai connazionali: «Quando il 13 aprile scorso vi ho annunciato un de-confinamento a partire dall’11 maggio, molti allora lo sconsigliavano, i pareri erano molto diversi anche tra i medici (...) ma abbiamo superato le paure e le angosce. Abbiamo fatto bene». In quell’occasione la scuola era stata la prima preoccupazione del presidente, il primo settore da riaprire, benché i membri del Consiglio scientifico da lui stesso nominati la giudicassero una scelta avventata. Macron parlò della necessità di non penalizzare gli allievi e le famiglie meno avvantaggiati privandoli troppo a lungo della scuola, e anche della volontà di permettere ai genitori di tornare al lavoro.
Sembrava un azzardo ma gli studi successivi hanno convalidato l’intuizione del presidente, i bambini sembrano non solo contrarre molto raramente il Covid-19 ma anche lo trasmettono poco, a differenza di quanto si temeva all’inizio dell’epidemia.
Finora, dall’11 maggio a oggi, gli allievi hanno ripreso le lezioni su base volontaria, in classi dimezzate, rispettando rigide regole di distanziamento. Nessun nuovo focolaio è stato segnalato, così Macron può insistere e annunciare adesso il ritorno alla normalità (licei esclusi) per gli ultimi giorni di scuola, dal 22 giugno al 4 luglio.
La decisione del presidente serve anche a superare una polemica nascente sul modo in cui è stato condotta la riapertura parziale vista finora. Il 90 per cento delle scuole primarie ha già riaperto, è vero, ma solo un allievo su quattro è tornato in classe alle elementari. Solo uno su 10 alle medie, e spesso solamente per poche ore alla settimana.
In virtù delle precauzioni, certo, per colpa delle 60 pagine di regole e misure di sicurezza imposte a ogni istituto, e poi perché la frequenza non era obbligatoria ma «lasciata alla discrezione dei genitori». Ma in qualche caso le famiglie hanno lamentato anche l’assenza o il disimpegno degli insegnanti: se l’epidemia ha approfondito il divario tra allievi più e meno privilegiati, le condizioni particolari create dal Covid-19 hanno evidenziato anche la differenza tra molti ottimi insegnanti totalmente dediti alla causa, e altri che non hanno voluto o potuto tenere il ritmo, e sono scomparsi dalla vista dei bambini, in classe o online.
Dal 22 giugno si ritorna all’obbligo di frequenza per tutti, allievi e insegnanti. Una decisione molto importante da un punto di vista simbolico, pensando soprattutto al rientro a settembre, ma dagli effetti pratici relativi: l’ultimo giorno è fissato per il 4 luglio, ma in virtù del calendario scaglionato per regioni molte scuole chiuderanno anche prima.
I numeri
Il 90% delle scuole primarie ha già riaperto, ma solo 1 allievo su 4 è tornato