Erika, la poliziotta bianca che aveva limitato l’uso delle armi Così la sindaca perde un’alleata
Si è dimessa senza tentare neanche una difesa d’ufficio degli agenti alle sue dipendenze. Le è bastato guardare il video postato su Twitter nella giornata di sabato: Rayshard Brooks in fuga, il poliziotto che impugna la pistola e lo abbatte.
Erika Shields ha lasciato la guida del Dipartimento di Polizia di Atlanta, con un comunicato di poche righe: «Per più di due decenni, ho prestato servizio insieme con le donne e gli uomini più in gamba dell’atlanta Police Department. Con il più profondo e rispettoso amore per questa città e il suo dipartimento, faccio un passo indietro come capo della polizia e conservo la fiducia nel nostro sindaco».
Shields era arrivata al vertice del Dipartimento nel 2016, la seconda donna incaricata di guidare la polizia cittadina. È nata nello Stato di New York, ha studiato Discipline internazionali alla Webster University del Missouri e criminologia alla Saint Leo University in Florida. Ma aveva iniziato come broker finanziaria a Boston. L’incontro con Atlanta e la divisa blu avviene nel 1994. Si trasferisce in città per coltivare la relazione con un’amica (Erika è lesbica dichiarata), si iscrive alla Scuola di Polizia e comincia pattugliando le strade.
Nel corso del suo mandato la situazione è un po’ migliorata, ma Atlanta resta una delle città più pericolose degli Stati Uniti. La sesta, secondo una recente inchiesta del periodico Forbes. Un contesto generale difficile, dunque, sui
Un manifestante di fronte al fast food in fiamme(ap) cui si innesta la cronica diffidenza della comunità afroamericana verso le forze dell’ordine.
Non sappiamo se sia stata Erika a disporre, come ultimo atto, il licenziamento di Garrett Rolfe, l’agente che ha sparato al giovane afroamericano; mentre il collega Devin Bronsan è stato trasferito al lavoro d’ufficio. Ma in ogni caso le sue dimissioni dimostrano quanto sia complicata la crisi americana (non solo di Atlanta) innescata dall’uccisione di George Floyd, tre settimane fa a Minneapolis.
Shields, poliziotta bianca, aveva costruito un argine con la sindaca afroamericana e democratica Keisha Lance Bottoms. Era questa la prima linea, la più esposta, stretta tra due forze contrastanti. Da una parte il tumultuoso movimento, più o meno guidato da «Black Lives Matter». Dall’altra la rocciosa resistenza di una cultura selvaggia che sembra in grado di sopravvivere anche all’aggiornamento delle regole.
Secondo la nostra ricostruzione Erika Shields si sarebbe dimessa proprio per questo motivo. Ecco la sequenza. Il 2 giugno scorso una pattuglia della polizia assalta l’auto di due studenti afroamericani che stavano tornando a casa dopo aver partecipato a un sitin per Floyd. È una scena violenta, ripresa dai telefonini. Shields si consulta con la sindaca Lance Bottoms. E il 6 giugno firma il nuovo «Manuale per le procedure standard» che contiene direttive rigide per gli agenti. In particolare: «Vietato l’uso delle armi letali, anche a semplice scopo di deterrenza a meno che non esista una comprovata minaccia di morte o di poter riportare ferite gravi». Una settimana dopo arriva la risposta dal campo, in quel drive-in di Wendy’s sull’autostrada. Ed Erika ha deciso di farsi da parte.
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