Corriere della Sera

Dal giornalism­o alla politica L’ex paninaro degli anni 80 che lottava contro le zanzare

Uscì dalla giunta Moratti dopo le accuse di molestie. Finite in nulla

- Di Fabrizio Guglielmin­i Andrea Galli Massimo Massenzio Floriana Rullo

quel tavolo, come riferì, una donna del corpo diplomatic­o fu molestata da Massari. Si confidò subito con il console il quale comunicò tutto alla Moratti. L’iter giudiziari­o ha alleggerit­o, e di molto, la posizione di Massari, che decise di lasciare l’incarico, certo, ma non senza pressioni dei vertici dell’amministra­zione, colpita dallo scandalo. Massari ripeteva di non essere un maniaco e che quella vicenda

Studente bocconiano nella Milano anni Ottanta, giornalist­a profession­ista e politico di centrodest­ra. Prima con Forza Italia e poi con il Pdl, fino alla poltrona di assessore all’ambiente nella giunta meneghina guidata da Letizia Moratti. Paolo Massari, 54 anni, è un personaggi­o molto noto in città proprio per le sue molteplici relazioni negli ambienti dei media e di Palazzo Marino. I suoi esordi in politica risalgono a oltre vent’anni fa nelle fila di Forza Italia come consiglier­e comunale, durante il mandato da sindaco di Gabriele Albertini. Ma c’è anche un «prima» da liceale: i vecchi compagni del Parini lo ricordano in sella a una moto Zundapp, scarpe Timberland e giubbotto Moncler a completare il look da perfetto paninaro. Nella sezione C del liceo della borghesia milanese, la prima scintilla politica come referente di Libertà Futura, i giovani liberali di allora.

Dopo la laurea in economia in Bocconi e l’esame da giornalist­a, Paolo Massari comincia la sua carriera al Giornale di Indro Montanelli e, nel corso degli anni 90, lavora al settimanal­e Panorama e in seguito al Sole 24 Ore. Dopo la carta stampata, è il momento del piccolo schermo: approda gli ha rovinato l’esistenza (si è separato, moglie e due figli, che erano al mare, risiedono nello stesso condominio di via Nino Bixio). Agli amici ha ribadito d’esser stato bersaglio di una macchinazi­one. Chiusa l’esperienza politica, è tornato all’antico mestiere: il giornalist­a. E ha ricomincia­to a navigare sottotracc­ia. Forse. Nessuno esclude che ora, sapendo della destinazio­ne di Massari, guardato a vista dalla sulle reti Mediaset in trasmissio­ni fra politica e intratteni­mento come «Parlamento In» e «Secondo Voi», diventando un volto noto delle television­i di Silvio Berlusconi. Ma resta la passione per la politica maturata già da ragazzo e, in parallelo alla profession­e giornalist­ica, siede nel Consiglio comunale per Forza Italia per poi convogliar­e nel nuovo PDL. La popolarità fra i milanesi gli viene per le sue numerose crociate contro le zanzare: già nel 1998, consiglier­e 32enne, si dichiara in prima linea sul fronte delle disinfesta­zioni polizia penitenzia­ria nella paura non remota di gesti estremi, altre donne che custodisco­no segreti possano confidarli ai poliziotti. Antichi episodi rimasti nascosti.

Le richieste

L’idea investigat­iva è quella di un piano architetta­to, al netto, è doveroso ricordarlo, del comportame­nto che ha caratteriz­zato Massari nei lunghi momenti di sabato: calmo, sicuro

Milioni

Sono le italiane dai 16 ai 70 anni che hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza: 21% violenza sessuale (Istat) e comunica ai cittadini il suo telefono per consigli e segnalazio­ni; nel ’99 propone di eliminare i pesticidi nell’aria per sterminare invece le larve alle radici degli alberi, chiedendo anche la collaboraz­ione attiva dei residenti nei condomini. Si arriva al 2001 per un altro incarico (in quel periodo Massari è vicepresid­ente del gruppo locale di Forza Italia) come presidente della Commission­e Pari opportunit­à del Comune. «Siamo alla farsa: è stato fatto presidente un uomo e per giunta poco qualificat­o» dichiararo­no allora Milly Moratti e la pidiessina Marilena Adamo, poi senatrice pd. Dieci anni più tardi, siamo nel novembre 2009, Massari passa dalla Commission­e Scuola alla carica di assessore all’ambiente per Letizia Moratti: si mette subito al lavoro mettendo a punto sanzioni e investimen­ti per la prevenzion­e e le bonifiche che gli fanno guadagnare la fama di neoassesso­re «antizanzar­e».

Dopo molti anni in Consiglio e nelle Commission­i, la nomina ad assessore in sostituzio­ne di Edoardo Croci, padre dell’ecopass, segna (apparentem­ente) l’ingresso di Massari nel «big game» della politica cittadina. Ma conserva che gli sviluppi gli daranno ragione. Non si sa ancora se, per caso, quanto riferito dalla vittima sia stato innescato (anche) da alcolici e altro. All’uscita dal bar, dopo essersi trovati d’accordo nel proseguire la serata a cena in un ristorante, Massari ha proposto di andare in scooter in via Nino Bixio, parcheggia­re i motorini, depositare i caschi, prendere la macchina. L’imprenditr­ice sostiene di non aver fatto la minima allusione a un finale differente e d’esser stata poco convinta dell’idea di Massari, ma di aver comunque accettato. Una volta all’interno di quei cinquanta metri, il giornalist­a avrebbe mutato atteggiame­nto e toni. Aggressivo, insistente nell’alzare la voce, insistente nel sottolinea­re di non protestare e reagire garantendo conseguenz­e peggiori, insistente nel muovere le mani. Mani a denudare, mani a frugare ovunque e provocare escoriazio­ni e ferite come confermato in ospedale. Strattoni e schiaffi, di nuovo strattoni e schiaffi. Richieste ineludibil­i di obbedire, di assecondar­e i desideri di Massari, di non disobbedir­e... E quelle parole: «Sei la mia schiava, adesso ti faccio male». Quando il giornalist­a ha deciso di prendersi una pausa, allontanan­dosi dal divano per accendersi una sigaretta, la donna è fuggita. Le risultanze della polizia e le convinzion­i della Procura evidenzian­o lo scenario descritto dalla 56enne: «Appena entrata in quel luogo, io mi sono sentita in trappola». l’incarico solo per sette mesi, fino al giugno 2010, quando si dimette su sollecitaz­ione del sindaco. Al centro della vicenda, le molestie nei confronti di un’impiegata comunale (non ancora a contratto) e di una funzionari­a del Consolato norvegese durante una cena ufficiale; al tempo nessuna delle parti offese presentò querela. Vennero invece recapitate due lettere al sindaco (che ricostruiv­ano le pesanti avance) firmate dal console norvegese e dalla madre dell’impiegata; Massari si dichiarò sempre innocente pur dimettendo­si: «Non sono un molestator­e sessuale», disse in una conferenza stampa da lui convocata nel giugno di dieci anni fa. Spente le polemiche, sperò in seguito di rientrare a Palazzo Marino, ma senza successo. Chiusa la carriera politica, il ritorno negli studi di Mediaset. Fino ai fatti di sabato sera.

La vicenda

● Paolo Massari, 54 anni, ex assessore all’ambiente del Comune di Milano della giunta guidata da Letizia Moratti e giornalist­a, è stato arrestato la notte scorsa nella sua abitazione milanese con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di un’amica ed ex compagna di scuola

● La donna è stata soccorsa intorno alle 21.45 dalle volanti in via Nino Bixio, a Milano, mentre chiedeva aiuto seminuda. Portata alla clinica Mangiagall­i, i sanitari hanno accertato lo stupro

● Lei ha denunciato Massari raccontand­o di essere stata da lui violentata dopo averlo incontrato per chiedergli un aiuto, essendo in difficoltà per via del lockdown. Massari è stato individuat­o e arrestato. Spetterà ora al gip convalidar­e l’arresto

● Nel 2010 Massari era stato costretto a lasciare Palazzo Marino per le pesanti avance di cui fu accusato da una diplomatic­a norvegese e che lui negò finita solo da qualche settimana. I due non hanno mai convissuto e i vicini di casa vedevano la Ford Fiesta parcheggia­ta davanti al cancello di via XX Settembre solo nei fine settimana. Sergio, antifascis­ta militante, che tutti descrivono come un uomo tranquillo, si era trasferito a Fara da diversi anni e fino a qualche tempo fa lavorava per una ditta di catering di cui sembra fosse socia anche Paola. Poi la società ha chiuso i battenti e per Sergio è iniziata una lunga serie di difficoltà economiche che lo hanno portato a chiedere i buoni spesa al Comune durante l’emergenza sanitaria. Era in ritardo anche con l’affitto della villetta in riva al naviglio che attraversa il piccolo paese di 2 mila abitanti a una ventina di chilometri da Novara. Il letto al primo piano era disfatto, ma ci ha dormito una sola persona e Paola è arrivata in via XX Settembre solo nel pomeriggio, a bordo della sua auto, probabilme­nte per un ultimo chiariment­o. Le cose, però, non sono andate come sperava e adesso l’assassino dovrà spiegare che cosa è successo.

Il curriculum

Laurea in Bocconi, l’esordio in Forza Italia oltre vent’anni fa come consiglier­e comunale

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Vittima Paola Malavasi, 57 anni, strangolat­a in casa dall’ex marito

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