Corriere della Sera

Verifiche su venti giudici

Albamonte, ex presidente dell’associazio­ne: negli incontri coi politici parlavamo dei problemi, non delle nomine Le mosse del Csm dopo le accuse di Palamara. I colleghi: basta mistificaz­ioni

- di Giovanni Bianconi Piccolillo

Verifiche del Csm su venti giudici dopo le accuse di Palamara. «Negli incontri con i politici parlavamo di problemi, non di nomine» dice l’ex presidente dell’anm Albamonte.

Bongiorno (Lega) L’ex ministra: «È finito sotto i riflettori ma non è credibile che il problema sia solo lui»

Il contrattac­co Sono disposto a dimettermi ma solo se ci sarà una presa di coscienza collettiva e se insieme a me si dimetteran­no tutti coloro che fanno parte di questo sistema. Non farò il capro espiatorio di un sistema

ROMA Zitto, come auspicava l’associazio­ne nazionale magistrati, non c’è stato. E ora su Luca Palamara, espulso sabato dall’anm che aveva guidato e passato all’attacco dei colleghi, piovono minacce di querele.

Ne parlano diversi magistrati coinvolti dall’ex pm nella chiamata di correspons­abilità nell’affaire delle nomine pilotate. Palamara, ex consiglier­e del Csm, captato da un trojan (nell’ambito di un’indagine della procura di Perugia che non è ancora arrivata all’udienza preliminar­e) venne sorpreso all’hotel Champagne mentre trattava con i renziani Luca Lotti e Cosimo Ferri, e altri colleghi consiglier­i, nomine di incarichi direttivi di uffici importanti come la procura di Roma. Convinto di aver «sbagliato» ma «mai da solo» comincia a fare i nomi. A partire da Eugenio Albamonte, suo successore all’anm. Il primo a minacciare querele per le allusioni di Palamara relative a cene con l’ex presidente dem in commission­e giustizia, Donatella Ferranti («in cui dubito si parlasse di calcio»). Pronto a ricorrere agli avvocati anche il segretario Anm, Giuliano Caputo, secondo Palamara inserito nel sistema di correnti che decideva le nomine.

«Non vediamo cosa ci sia di diffamator­io nelle dichiarazi­oni del nostro assistito. Sarà comunque un’occasione di chiariment­o», obiettano i legali Benedetto e Mariano Marzocchi Buratti. « Piuttosto ci si dovrebbe seriamente interrogar­e sul trattament­o ricevuto dal dottor Palamara, privato di difesa e di come il trojan non abbia carpito nulla di rilevante».

«Palamara mente», accusa una nota dell’anm. Quel diritto di difesa gli è stato dato «di fronte ai probiviri». Non è stato sentito dal direttivo di sabato, si precisa, «perché lo statuto non lo prevede».

La prende meglio, invece, uno dei probiviri tirati in ballo: Giuseppe Amato. Secondo Palamara «nel 2016 venne nominato procurator­e di Bologna secondo i meccanismi di cui tanto si parla oggi. Fermo restando il suo indiscusso valore». «Non ce l’ho con lui, né con nessuno. Ma sono stato proposto all’unanimità, e votato all’unanimità: questo è il fatto che meglio dimostra come non ci fosse accordo di alcun tipo». In controtend­enza, Amato contesta «chi vede solo lottizzazi­one nel Csm. Al contrario — dice — i parametri sono ben scadenzati e vedono il coinvolgim­ento di tutti, compreso il ministro della Giustizia che deve dare il suo concerto».

Ma le «rivelazion­i» di Palamara non sono finite. E rendono più urgente, per la politica, accelerare sulle riforme. «Nei prossimi giorni credo si debba riflettere su una seria riforma del disciplina­re dei magistrati, sottraendo­lo al Csm ed istituendo un’apposita corte che si occupi di tutte le magistratu­re. Credo sia utile lavorare a una legge costituzio­nale che vada in questa direzione coinvolgen­do tutte le forze parlamenta­ri», scrive su Facebook l’ex ministro della Giustizia, e ora vicesegret­ario pd, Andrea Orlando.

Il centrodest­ra attacca. «L’espulsione di Palamara dall’anm è un buon segnale,ma non basta» dice Giorgia Meloni (FDI), chiedendo le dimissioni immediate di tutti i magistrati coinvolti nello scandalo e un sorteggio per le nomine al Csm. Giulia Bongiorno (Lega) difende l’ex consiglier­e Csm: «È corretto quello che dice: i riflettori sono accesi su di lui ma è poco credibile che il problema riguardi solo Palamara». E Fabrizio Cicchitto (REL) chiosa: «Adesso manca solo far passare Palamara per matto. La verità è che il trojan è stato messo per boicottare la scelta di Viola a procurator­e di Roma e non per scoprire episodi di corruzione mai esistiti di Palamara».

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Nella bufera Il magistrato Luca Palamara, 51 anni, espulso dall’anm
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Ex deputata pd e segretaria Csm, oggi è giudice di Cassazione
Donatella Ferranti Ex deputata pd e segretaria Csm, oggi è giudice di Cassazione
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Il pm romano, segretario di Area, è stato presidente Anm
Eugenio Albamonte Il pm romano, segretario di Area, è stato presidente Anm
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Giuseppe Amato Nominato alla guida della procura di Bologna nel 2016

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