La «regola del 16» per giudicare le curve
Il criterio sanitario, innanzitutto. Il semaforo verde per l’ingresso in Europa è riservato soltanto ai turisti provenienti da Paesi che nelle ultime due settimane hanno registrato un tasso di nuovi contagi «vicino o inferiore» alla media europea: 16 per 100mila abitanti. Sono stati dunque selezionati Stati con curve stabili o in discesa, che danno garanzie sulla capacità di effettuare tamponi e fornire dati affidabili. Condizioni necessarie, ma non sufficienti per essere ammessi tra i Paesi di provenienza «sicuri». Dar vita a questa lista è anche una decisione politica. Oltre all’approccio sanitario, i Ventisette hanno posto infatti un’altra importante condizione: la reciprocità. Una linea fatta valere per esempio dalla Francia, refrattaria a riconoscere il diritto di sbarco a chi lo nega a casa propria. Per questo la Cina, che figurava nella prima bozza tra i Paesi ammessi, è stata stralciata e retrocessa ad «ammissibile». A prescindere dal Paese di provenienza, vengono poi concessi lasciapassare a categorie di persone come lavoratori qualificati, personale diplomatico, umanitario, richiedenti asilo e studenti.