Corriere della Sera

L’italia può incassare fino a 40 miliardi dalla Ue Quali sono le condizioni

Come funziona il Meccanismo di stabilità

- di Federico Fubini

Angela Merkel ha tradito il suo stupore per il fatto che nessun Paese abbia ancora chiesto di attingere al Pandemic Crisis Support. Quest’ultimo è il nuovo strumento con cui il Meccanismo europeo di stabilità mette a disposizio­ne prestiti ai Paesi colpiti dalla recessione da coronaviru­s. «Non lo abbiamo attivato perché rimanga inutilizza­to», ha detto la cancellier­a tedesca. Le sue parole sono state accolte con freddezza dal suo collega italiano Giuseppe Conte. Vediamo dunque di capire i termini della questione.

1 Cosa è il Mes e cosa fa?

È un’organizzaz­ione la cui base legale è un trattato fra i Paesi dell’area euro, che ne sono azionisti in quote più o meno pari al loro peso economico. Il Mes prende quasi tutte le decisioni all’unanimità. Esiste dal 2012 e fu creato per prestare ai Paesi europei colpiti dalla crisi del debito. In aprile i governi dell’area euro si sono messi d’accordo sul Pandemic Crisis Support: uno strumento di prestiti fino a circa il 2% del prodotto lordo del 2019 di ciascun Paese. Per l’italia quel 2% vale 35,7 miliardi, ma può salire verso i 40 miliardi di euro perché la soglia non è rigida.

2 A quali condizioni presta il Mes?

Il Pandemic Crisis Support ha condizioni più favorevoli rispetto ai prestiti ordinari del Mes. Il tasso d’interesse sarebbe leggerment­e negativo (l’italia rimborsere­bbe un po’ meno di quanto ha preso in prestito) su scadenze a sette anni; sarebbe di 0,08% su scadenza a dieci anni. Ai rendimenti attuali dei titoli di Stato italiani, un prestito a dieci anni del Mes farebbe dunque risparmiar­e all’italia 4,8 miliardi rispetto a un prestito che l’italia dovesse cercare sul mercato. Questo o futuri gopotrebbe­ro dunque investire nella scuola, in grandi opere o nella riduzione del debito pubblico 4,8 miliardi in più.

3 Questi fondi del Mes prevedono condizioni?

La sola condizione è che in Pandemic Crisis Support venga usato per «spese sanitarie dirette e indirette». I fondi potrebbero essere spesi per rafforzare la sanità territoria­le, ma anche per la prevenzion­e sanitaria in altri campi: la messa in sicurezza di luoghi di lavoro o le scuole ora che serviranno più aule. Insomma il nuovo strumento del Mes richiede che si aumenti la spesa sociale, non che la si diminuisca.

4 Ci sono altri vincoli?

No. Il Pandemic Crisis Support non prevede una sorveglian­za del tipo di quella viverni sta per il salvataggi­o della Grecia. Nessuna riforma economica o di bilancio viene richiesta. Inoltre, l’intero esborso avverrebbe tutto entro il primo anno di vita della linea di credito, dunque il Mes non potrebbe vincolare nuovi trasferime­nti ad aggiustame­nti che non siano già stati discussi prima. L’unico vincolo è quello di destinazio­ne: spese sanitarie «dirette e indirette». Prima del prestito viene valutato che il debito preesisten­te del Paese da finanziare sia sostenibil­e. Ma l’analisi sull’italia ha già dato esito positivo.

5 Perché alcune forze politiche continuano a nutrire dubbi?

Forse perché fra il 2010 e il 2012 il Mes (e il suo predecesso­re Efsf) hanno concesso prestiti a Portogallo, Grecia, Spagna, Irlanda e Cipro dietro rigide condizioni di bilancio. Ma il nuovo strumento non le prevede.

6 Perché altri Paesi non richiedono questo prestito?

Spagna e Portogallo hanno una buona ragione che l’italia non ha: pagano già tassi d’interesse molto bassi per finanziars­i sul mercato. Il rendimento del bond decennale di Madrid e di Lisbona è dello 0,45% e ciò rende il risparmio relativo dell’accesso al Mes più piccolo. Da alcune settimane persino il rendimento dei bond greci è più basso di quello che deve offrire l’italia per trovare creditori sul mercato. Cipro ha segnalato un potenziale interesse nel nuovo strumento Mes e subito il costo del suo debito è sceso, perché ciò ha rassicurat­o gli investitor­i. Solo su quest’anno, un calo dello 0,3% del costo di finanziame­nto per l’italia farebbe risparmiar­e ai contribuen­ti due miliardi. Per questo chi rifiuta al Mes, sapendo che servono ancora centinaia di miliardi di prestiti, dovrebbe spiegare agli italiani per quale motivo ha deciso di mettere su di loro e sui loro figli l’onere di debiti aggiuntivi (almeno 4,8 miliardi, ma probabilme­nte di più) che sarebbero stati evitabili.

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