Corriere della Sera

La forte irritazion­e pd con premier e 5 Stelle: sono stop ideologici, datevi una mossa

Bettini: viene mal digerito un prestito a interessi zero L’invito di Zampa al M5S a decidere «subito su Rousseau» Donne dem, c’è la portavoce

- Di Monica Guerzoni Luigi Di Maio M5S Matteo Salvini Lega

ROMA Quel che il presidente della Toscana Enrico Rossi scolpisce su Facebook, riguardo alla «linea demenziale» e alle «sciocchezz­e antieurope­iste» dei Cinque Stelle sul Mes, lo pensano quasi tutti nel Pd. Ed è solo per non inasprire ulteriorme­nte gli animi se Nicola Zingaretti evita di esprimere pubblicame­nte la profonda insoddisfa­zione del Nazareno. Uno stato d’animo che non riguarda soltanto i rapporti con il Movimento, ma investe anche il presidente del Consiglio.

Nell’ultima riunione con i capi delegazion­e, Dario Franceschi­ni ha rimprovera­to a Conte questioni di metodo e problemi di comunicazi­one e ieri è stata la Rai a innescare la «forte irritazion­e» del Pd. Ma più in generale è l’arte del rinvio, di cui Giuseppe Conte sta diventando un maestro agli occhi del Nazareno, a logorare la pazienza del segretario e dei suoi ministri.

«Il travaglio dei Cinque Stelle va rispettato, ma si diano una mossa», è l’efficace sintesi con cui la sottosegre­taria alla Salute Sandra Zampa invita gli alleati ad affidare i loro tormenti alla piattaform­a di Davide Casaleggio: «Facciano subito una consultazi­one su Rousseau, perché il popolo italiano vuole i 36 miliardi del Mes». E l’ex parlamenta­re europeo Goffredo Bettini, uno dei consiglier­i più ascoltati da Zingaretti, su Tpi osserva come «un prestito a interessi zero e senza condiziona­lità venga mal digerito per una questione prettament­e ideologica».

Giorno dopo giorno e rinvio dopo rinvio, i democratic­i sembrano non poterne più dell’indecision­e del premier, che ai loro occhi appare come «paralizzat­o» dalla lacerazion­e interna al M5S. Il decreto Semplifica­zione, annunciato giorni fa, è slittato a metà luglio. Il Recovery plan è scivolato a settembre. Le alleanze alle Regionali non decollano. «Dovremmo almeno provarci», geme Zingaretti, che rimprovera al governo (anche) un eccesso di timidezza. E in mezzo ci sono Alitalia, Autostrade, Ilva, tutti i dossier su

Cecilia D’elia, 56 anni, tra le fondatrici del collettivo «Se non ora quando», è la nuova portavoce della Conferenza delle donne del Pd, eletta ieri a Roma dall’assemblea. Per Zingaretti «un altro passo in avanti nel protagonis­mo delle donne nel Pd e anche in Italia»

d Non ho mai detto di dover essere pragmatici sul Mes che continuiam­o a ritenere strumento inadeguato Ho detto di essere pragmatici sul negoziato Ue Bisogna focalizzar­si sui temi e, in particolar­e, sui tempi del Recovery Fund

d Tifa Mes la Germania: l’ennesima riprova di fregatura per l’italia. Lo rifiutano tutti, Grecia Spagna e Francia Il futuro dell’italia dev’essere in mani italiane non tedesche, francesi e belghe La Merkel si occupi di Germania, all’italia ci pensiamo noi

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