Corriere della Sera

Il teatro salvato dal fazzoletto (caduto) di Marilyn

Venduto per pagare i debiti della Comédie italienne

- Di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

«Questo amico francese, che chiameremo l’anonimo feticista, si è presentato da me e mi ha detto: “Non voglio sapere la base d’asta e il valore del fazzoletto. Dimmi solo a quanto ammontano i tuoi debiti”. Gli ho risposto “300 mila euro”, lui ha tirato fuori il libretto, mi ha fatto un assegno da 300 mila euro, si è preso il fazzoletto di Marilyn Monroe che custodisco da oltre 40 anni e se ne è andato». Così «La Comédie Italienne», piccola e bellissima sala da 100 posti in rue de la Gaîté, nel quartiere Montparnas­se a Parigi, è salva.

d La storia «Con l’assegno ho ripagato i debiti e tolto l’ipoteca», racconta Attilio Maggiulli, il 70enne proprietar­io del «solo teatro italiano di Francia».

Maggiulli era amico e assistente di Giorgio Strehler al Piccolo, e ha avuto una vita avventuros­a almeno quanto il fazzoletto di Marilyn. Nato a Napoli e cresciuto a Torino, negli anni Settanta Maggiulli ha portato il suo teatro anticonfor­mista a Parigi aiutato da tanti mecenati e intellettu­ali come Samuel Beckett, Jean Baudrillar­d e Umberto Eco. Negli anni Ottanta il camerino di rue de la Gaîté dava rifugio a Marcello Mastroiann­i quando voleva sottrarsi ai fan, e negli anni successivi «La Comédie Italienne» ha continuato ad alternare classici della commedia dell’arte a produzioni contempora­nee dai titoli notevoli: «Sarko et Schwarzie: Game Over» oppure «George W. Bush o il triste cow-boy di Dio».

«Una sera dopo lo spettacolo

● Attilio Maggiulli, 70 anni, è il proprietar­io del teatro parigino «La Comédie Italienne» su Bush sono stato pure aggredito in teatro — racconta Maggiulli —. Ho portato la mia pièce a Bagdad, e lì gli americani mi hanno arrestato. Pensavano fossi una spia ma Marilyn mi ha salvato una prima volta: ho tirato fuori il fazzoletto che portavo sempre con me, l’ufficiale americano che aveva studiato a Montpellie­r ha capito che ero un uomo di teatro e non un agente segreto, e mi ha fatto liberare». Nel denso curriculum di Maggiulli c’è anche il gesto dimostrati­vo del 26 dicembre 2013, quando lanciò la sua Peugeot 307 sui cancelli del 55 rue du Faubourg-sainthonor­é, ovvero l’entrata principale dell’eliseo, per protestare contro la fine delle sovvenzion­i dello Stato e la probabile chiusura del suo adorato teatro.

Ma prima, la parentesi newyorches­e: «Strehler mi aveva detto “vai da Leo a nome mio, ti aiuterà”. Leo era Leo Castelli, il grande collezioni­sta e mercante d’arte. E in effetti Leo mi ha dato uno dei suoi magazzini che io ho tra

Smarrito

«La Comédie italienne» di Attilio Maggiulli; Marilyn Monroe (1926-1962); e il fazzoletto divenuto proprietà di Maggiulli e ora venduto a un fan della diva

era protagonis­ta. Quel fazzoletto mi ricorda la New York di quegli anni: Leo Castelli, Andy Warhol, Roy Lichtenste­in, il Chelsea Hotel... E Frank Zappa, che collaborav­a con Pierre Boulez e tutte le sere veniva a trovarci». Non può svelare chi l’ha comprato adesso per 300 mila

La diva aveva perduto quel quadrato di seta rosa al Waldorf Astoria due anni prima di morire

euro? «No perché l’anonimato è l’unica condizione che mi ha posto, non so se per motivi fiscali o che altro. È un feticista di Marilyn, un amico che conosco da tempo, un francese che ci ha sostenuto anche in passato». Tramontata l’ipotesi Rocco Siffredi (che aveva pensato di rilevare il teatro per presentare a Parigi il suo spettacolo), i 300 mila euro hanno rimesso i conti a posto, e in più si è fatto avanti anche il direttore dei nuovi Cahiers du Cinéma, Eric Lenoir, per comprare la sala «ma la userebbe solo otto mesi l’anno e la lascerebbe a me e ai miei spettacoli per gli altri quattro». Dopo anni travagliat­i, le cose finalmente sembrano mettersi bene per Maggiulli e la sua Comédie Italienne.

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Dal 1980

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