«L’assurda decisione di anticipare i saldi estivi»
Iniziare i saldi dal 1° luglio rappresenta una infausta decisione adottata in modo arbitrario e privata di ogni buon senso politico e sociale. A noi commercianti calabresi è negata la possibilità di confronto con i soggetti istituzionali e con la governatrice Santelli, che ha condiviso tale scelta. La crisi attraversata durante la chiusura delle attività, con perdita di fatturato mai più recuperabile, i magazzini pieni di merce e un futuro incerto, ha riproposto il tema della «solitudine sociale» in netto contrasto con il principio della «solidarietà sociale», strumento, quest’ultimo, necessario per la fase della ripresa economica. La giunta regionale con la folle idea di anticipare i saldi al primo luglio, peraltro in controtendenza con il resto d’italia, come solita fare, di fatto mette in difficoltà un settore, come l’abbigliamento, che oggi più che mai ha bisogno di marginalizzare a prezzo pieno: ogni giorno prima dei saldi resta fondamentale. Né prima, né durante, né dopo i nostri amministratori regionali hanno avvertito la sensibilità umana, politica e sociale di aprire un confronto con imprenditori e commercianti del settore. Decidendo di iniziare i saldi tra pochi giorni, hanno scientificamente imposto il black out a tanti commercianti che durante il lockdown hanno gridato «ce la faremo».