Corriere della Sera

I repertori da riscoprire con gli ensemble nei cortili

- di Enrico Girardi

In un mondo ideale le istituzion­i musicali hanno le spalle coperte da bilanci sani, si possono permettere una pausa relativame­nte lunga e ricomincia­no dividendo orchestra e coro in tanti piccoli ensemble e formazioni da camera. È peraltro dimostrato quanto l’attività cameristic­a sia utile alla orchestre come al pubblico, che scopre segmenti di repertorio meno battuti in tempi normali ma di estrema bellezza. È questa l’ottima ma per certi versi privilegia­ta strada percorsa dalla Filarmonic­a della Scala, che nel fine settimana ha dato vita a Milano (oggi l’ultimo appuntamen­to) a una serie di 24 concerti nei cortili della città. Nel mondo reale invece, le spalle di decine e decine di teatri lirici, orchestre, festival e associazio­ni musicali sono molto meno coperte o non lo sono affatto, migliaia di musicisti sono inattivi e il ritorno alle esibizioni dal vivo è necessario per dare un segnale di speranza a chi produce musica prima ancora che a chi l’ascolta. Hanno iniziato Zubin Mehta con le maestranze del Maggio Fiorentino e Riccardo Muti con i giovani della Cherubini. E nei prossimi giorni molti festival e teatri seguiranno il loro esempio, come l’opera di Roma che farà un Rigoletto all’aperto diretto da Daniele Gatti. Il repertorio sinfonico e operistico, finora una chimera, tornerà finalmente a risuonare sotto i cieli dell’estate italiana. Ma, finché il distanziam­ento tra orchestral­i e coro resterà un obbligo, questa musica avrà l’aspetto di un nobile surrogato. Tuttavia, visto il drammatico momento, meglio il surrogato che un silenzio prolungato.

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A Milano Uno degli ensemble che si è esibito a Milano: 24 i concerti organizzat­i nei cortili

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