La Nba riparte dall’italia nella «bolla» di Disney World
Esordio il 30 luglio con i New Orleans di Melli, ma ci sono timori per l’impennata di casi in Florida
Si ricomincia (anche) nel segno dell’italia, grazie ai Pelicans di Nicolò Melli, ma soprattutto, perché il destino ha messo lo zampino nel nuovo calendario, da chi aveva determinato la sospensione del campionato Nba. Il 30 luglio, infatti, la squadra di New Orleans nella quale l’azzurro gioca a fianco del fuoriclasse Zion Williamson, sarà opposta agli Utah Jazz di quel Rudy Gobert che prima fece il guascone sul Covid-19 e poi — il 12 marzo — fu trovato positivo, con contagio esteso a Donovan Mitchell. Lo stop fu immediato e generale.
Dopo quattro mesi e mezzo, dunque, si riparte da qui.
Ma la «bolla» creata nel Disney complex di Orlando subito dopo manderà in scena Lakers-clippers, il derby incandescente di Los Angeles. La ripartenza sarà a quel punto lanciata e la Nba si tufferà nell’inedito di un finale di stagione iper-condensato. Le 22 squadre ammesse (le 16 in zona playoff più 6 su 14 che erano ancora in lizza) disputeranno in totale 88 partite in 16 giorni, fino al 14 agosto. I playoff cominceranno il 17 agosto, il 15 e il 16 agosto saranno dedicati a eventuali spareggi tra le ottave e le none di ogni Conference per assegnare l’ultimo posto. Le finali per il titolo (detenuto dai Toronto
Raptors) cominceranno il 30 settembre, con possibile gara 7 il 12 ottobre. Tre le arene da utilizzare, da quattro a sette gli incontri giornalieri, con orari da cottimisti: prima palla a due alle 13 (12.30 nei
Prima stagione Nicolò Melli, 29 anni, è alla sua prima stagione con i New Orleans: ha il numero 20 (Ap) festivi), ultima alle 21.
Non sono stati mesi facili, per ultimo c’è stata l’impennata di casi in Florida: ci sono state discussioni con club, giocatori e allenatori, tra l’altro sullo scenario delle proteste per la vicenda di George Floyd; ci sono state «obiezioni di coscienza» (entro il 24 giugno chiunque poteva rinunciare: le defezioni non sono mancate e qualcuno s’è preso del codardo); si sono fissati protocolli operativi con un libro di 100 pagine. L’altro giorno è stato comunicato che 16 dei 302 cestisti coinvolti sono positivi: saranno in auto-quarantena in attesa che il quadro sanitario sia a posto. Gli arrivi a Orlando sono previsti dal 7 luglio: i giocatori verranno testati ogni giorno e le famiglie entreranno nella «bolla» non prima del secondo turno dei playoff.
Ultima curiosità. È stato definito un meccanismo — battezzato SOS (strength of schedule, durezza del calendario) — per vedere, a seconda della percentuale di vittorie degli avversari, chi avrà il cammino più duro in rapporto alla situazione precedente lo stop. Quelli messi peggio sono i Raptors, mentre i Pelicans hanno lo scenario migliore. Ma adesso parola al campo.