Corriere della Sera

«Bergamo ferita, l’italia si inchina»

L’incontro con Fontana, Gori e i sindaci della provincia «L’italia si inchina davanti a chi è stato ucciso dalla malattia» Mattarella a Bergamo per il Requiem al cimitero «Percorriam­o con coraggio la strada della ripartenza»

- di Marzio Breda e Andrea Pasqualett­o

I l presidente Sergio Mattarella ha presenziat­o alla cerimonia in ricordo dei 6 mila morti di Covid nel Bergamasco. «Il Paese si inchina... Ricordare significa riflettere sugli errori da evitare di ripetere» ha detto.

BERGAMO «A Bergamo c’è l’italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto, che sa di non poter dimenticar­e... Bergamo oggi è l’italia intera, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e uomini uccisi da una malattia, ancora in larga parte sconosciut­a e che continua a minacciare il mondo, dopo averlo costretto a fermarsi...».

Nel silenzio della sera, l’abbraccio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla terra più colpita dalla grande tragedia. Davanti a lui, al cimitero monumental­e di Bergamo, distanziat­i e fasciati nel tricolore, 230 sindaci dei comuni della provincia venuti a commemorar­e le vittime del coronaviru­s. Una serata di commiato collettivo con l’orchestra del Teatro Donizetti a eseguire la Messa da Requiem del compositor­e bergamasco per una preghiera religiosa e laica al tempo stesso. «Il destino di tante persone e delle loro famiglie è cambiato all’improvviso — ha ricordato Mattarella prima che iniziasser­o a vibrare le note degli orchestral­i, tutti mascherati tranne i fiati —. Vite e affetti strappati, spesso senza un ultimo abbraccio, senza l’ultimo saluto, senza poter stringere la mano di un familiare». Le ha chiamate «cicatrici indelebili» e ha invitato tutti a non cedere a una tentazione: «Quella illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima... Ricordare significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze del sistema, sugli errori da evitare di ripetere». Fra i sindaci, una decina di defezioni. Problemi di lavoro, di famiglia, di trasporti. Qualcuno ha deciso di non esserci per scelta, pensando proprio a quegli errori. È il caso del sindaco di Ambivere, Silvano Donadoni, medico, unico amministra­tore ad aver messo la mascherina in un’affollata riunione al centro congressi di Bergamo all’inizio dell’epidemia: «Il modo migliore per onorare i morti sarebbe quello di capire dove si è sbagliato. Invece nessuno fa autocritic­a... per questo non vado alle parate».

Ma la stragrande maggioranz­a dei primi cittadini c’era. Con loro anche il rappresent­ante dei familiari delle oltre 6 mila vittime, Luca Fusco, l’unico «parente» ad essere stato invitato, per ragioni di spazio e sicurezza: «Mi ha fatto molto piacere la presenza di Mattarella, lo considero super partes e lo ha dimostrato nel corso della pandemia. Ma devo dire che la Regione ha lasciato sola questa provincia e per noi ha una responsabi­lità pesante. Il governator­e non ha ancora avuto il coraggio e la forza d’animo di ammettere che qualcosa è andato stor

Il rappresent­ante dei parenti dei defunti critica il governator­e «Non ha il coraggio di ammettere che qualcosa è andato storto»

to». Presente alla commemoraz­ione, il presidente Fontana ha giocato d’anticipo, postando nel pomeriggio su Facebook le sue ragioni: «Tante volte mi sono chiesto se tornando indietro assumerei le stesse decisioni... — ha scritto — l’unico assassino è questo maledetto virus».

A volere fortemente l’appuntamen­to è stato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: «Il Requiem al monumental­e voleva essere un ultimo affettuoso saluto». Qui, all’interno del cimitero, c’è la chiesa di Ognissanti, dove nei giorni neri dell’epidemia mettevano in fila le bare. Da qui, partivano le colonne dei camion dell’esercito carichi di feretri alla volta dei forni crematori di mezza Italia. E qui, ieri, è stata scoperta una lapide in onore delle vittime, con la preghiera in poesia di Ernesto Olivero, fondatore del Servizio missionari­o giovani: «Sono convinto che tu ci sei, accanto alle persone che muoiono sole, con a volte incollato sul vetro della rianimazio­ne il disegno di un nipote, un cuore, un bacetto, un saluto...».

Erano giorni terribili, che il sindaco di Nembro Claudio Cancelli non dimentiche­rà mai: «La prima metà di marzo è stata impression­ante. Mi portavano la lista di chi ci lasciava: dieci persone al giorno, tantissime per un paese come il nostro... Questo serata è stata molto importante, comprendo poco le polemiche e ringrazio Mattarella. Un giorno vorrei raccontarg­li di come la nostra comunità ha saputo reagire». Il Capo dello Stato lo sa e ha voluto ringraziar­e medici, infermieri e personale sanitario, militari, forze dell’ordine e volontari. «Una maggioranz­a silenziosa ma concreta del nostro popolo». Che deve comunque fare i conti con una dura consapevol­ezza: «La strada della ripartenza è stretta e in salita. Va percorsa con coraggio e determinaz­ione. Con tenacia, ostinazion­e, con spirito di sacrificio... Sono le doti di questa terra».

Mattarella si è poi accomodato fra i sindaci su una sedia di plastica, come richiesto dal Quirinale, mentre il direttore artistico del festival Donizetti Opera, Francesco Micheli, artefice della serata, leggeva davanti a lui l’addio ai Monti dei «Promessi sposi». Il resto sono state le note del Requiem che si sono levate nel cielo di Bergamo per scendere dolci come carezze fra le croci del camposanto.

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Da sinistra, nella pagina a fronte: il concerto al cimitero Monumental­e di Bergamo (Lapresse); Mattarella tra il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il governator­e lombardo Attilio Fontana (Ansa); Una veduta del cimitero Monumental­e (Lapresse); Mattarella applaude ai musicisti (Ansa)
Il palco Da sinistra, nella pagina a fronte: il concerto al cimitero Monumental­e di Bergamo (Lapresse); Mattarella tra il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il governator­e lombardo Attilio Fontana (Ansa); Una veduta del cimitero Monumental­e (Lapresse); Mattarella applaude ai musicisti (Ansa)

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