Corriere della Sera

Il Pd avverte il governo

Zingaretti: «Basta tergiversa­re sul Mes, risorse mai viste per la Sanità»

- di Monica Guerzoni

Il Pd alza i toni e avverte il governo. Sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, bisogna essere chiari, quindi è arrivato il momento delle decisioni: «Basta tergiversa­re» anche perché in ballo ci sono «risorse mai viste per la Sanità». Tensioni nella maggioranz­a.

ROMA «Questo governo ha bisogno di un cambio di passo e di più coraggio». Stefano Buffagni, viceminist­ro allo Sviluppo, lo dice in premessa: «Superata la giusta fase di lockdown è necessario andare oltre, perché le condizioni del Paese ce lo impongono e ce lo consentono».

La tragedia del Covid offre opportunit­à di crescita?

«Sì, ora è possibile fare scelte anche difficili. Penso alla necessità di modificare il codice degli appalti ispirandos­i al modello Genova voluto da Toninelli e che per me ha funzionato. Nel decreto Semplifica­zioni abbiamo pronto il testo che inverte la responsabi­lità dei dipendenti pubblici davanti alla Corte dei Conti, disincenti­vandoli a stare fermi, invece che a fare».

Di chi è la colpa, se il governo è in stallo? Il Pd vi sprona a darvi una mossa...

«Io credo che le responsabi­lità siano di tutta la maggioranz­a. Condivido l’esigenza di accelerare e cominciare a correre e non mi sembra di avere accanto dei ghepardi».

Il Mes è una trappola come dicono Salvini e Meloni? O ha ragione il Pd, che vuole quei 36 miliardi per la sanità?

«Il Pd dovrebbe prima spendere i soldi che i loro ministri hanno in portafogli­o e che i loro presidenti di Regione hanno per la sanità e non stanno spendendo. Oltre i 16 miliardi che ci sono già per gli investimen­ti. Il Paese ha bisogno di spendere i soldi stanziati per far ripartire l’economia e non di fare campagna su uno strumento che è diventato una bandierina».

Temete che il voto sul Mes inneschi la scissione?

«Il Movimento ha necessità di fare gli Stati generali, ma la scissione fa solo danno a noi e al Paese. Chi ha questa idea, forse deve mettere da parte il proprio io».

Ce l’ha con Alessandro Di Battista?

«Assolutame­nte no, parlo in generale, lui è una risorsa del Movimento. Capisco che è più facile scendere dalla barca piuttosto che mettersi a remare tutti insieme, ma sono amareggiat­o per l’uscita di alcuni senatori. Certo, il M5S deve essere in grado di dare prospettiv­e».

Se Giuseppe Conte si intestasse la leadership del M5S, il governo non sarebbe più solido?

«Conte lo aspetto sempre a braccia aperte nel M5S, è una risorsa indipenden­temente dalla leadership. E sprono anche lui ad avere più coraggio».

È un errore aver rinviato a settembre il Recovery plan?

«Non dipende da noi, ma dalle dinamiche europee. Il punto è farci trovare pronti e che non sia una occasione di spreco, ma di rilancio. Investendo i soldi del Recovery si possono generare risorse utili ad abbassare le tasse alla classe media, che ha sofferto. Come M5S dobbiamo anche invertire il racconto per aiutare le imprese e chi lavora, creando opportunit­à per chi il lavoro non ce l’ha».

La «manovrina» sarà di 10

o di 20 miliardi?

«La cosa fondamenta­le è che quelle risorse siano usate per rimettere in moto il Paese, incentivan­do i consumi sull’acquisto di beni durevoli e investendo in un grande piano di ammodernam­ento delle case popolari».

Quando vi deciderete su Aspi?

«Auspico che si chiuda prima possibile. Chi ha gestito in modo così fallimenta­re la società deve andare via. Invito a vedere i disastri che ci sono sulle autostrade della Liguria, oltre al ponte che hanno fatto cadere lesinando sulla manutenzio­ne».

Accogliere­te l’appello di Zingaretti ad allearvi alle Regionali?

«Io mi fido delle scelte di Vito Crimi».

Il premier e il M5S

Credo che il premier debba essere una risorsa per il M5S a prescinder­e dalla leadership

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Chi è Stefano Buffagni, 36 anni, M5S, è viceminist­ro allo Sviluppo economico

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