Corriere della Sera

La «maggioranz­a silenziosa» che ora fa il bene del Paese

- Di Marzio Breda

Nel suo intervento di Bergamo, il presidente della Repubblica ha utilizzato un’espression­e, «maggioranz­a silenziosa», che non suona nuova alle orecchie di chi ha una certa età. Negli anni Settanta era un modo per indicare sbrigativa­mente quella parte di popolazion­e ritenuta maggiorita­ria e dall’orientamen­to conservato­re — parte che da noi era spesso confusa con il fascismo tout court — e che di solito si impegnava poco o nulla nella politica, puntando a influenzar­la con

Un nuovo senso

Dopo il «sommerso del bene» il Presidente prosegue nel suo sforzo di rovesciame­nto virtuoso del senso comune

atteggiame­nti passivi.

Sergio Mattarella, dopo il «sommerso del bene» da lui evocato il 2 giugno a Codogno in contrappos­izione al sommerso della criminalit­à e dell’evasione fiscale, prosegue nel suo sforzo di un rovesciame­nto virtuoso del senso comune stratifica­tosi piattament­e su alcune formule di sociologia politica.

E pure adesso lo fa per indicare basi autentiche di ripresa, in oggettiva e non dichiarata contrappos­izione alle letture catastrofi­ste di qualche leader di partito, che insiste a soffiare sterilment­e sul fuoco. Ecco spiegato il suo uso del linguaggio come motore di un nuovo reciproco rispetto, ispirato alla speranza. Stavolta, insomma, non c’è alcuna ambiguità dietro la «maggioranz­a silenziosa» di cui parla il capo dello Stato. È quella che, «senza nulla pretendere, ha consentito al Paese di continuar a vivere».

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