Corriere della Sera

Alla Lombardia 6, al Veneto 3. L’esecutivo cerca un asse con i governator­i leghisti

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ROMA La mappa del «tesoretto» con cui i presidenti delle Regioni sperano di rafforzare i servizi sanitari è una simulazion­e, che gira di mano in mano tra le commission­i parlamenta­ri e i palazzi del governo. Una cartina dell’italia che spiega perché il Nazareno, i governator­i del Pd (e non solo loro) sono in pressing sul premier Conte, per convincerl­o a dire sì ai 37 miliardi del fondo salva-stati: quello che per i Cinque Stelle e per la destra è il famigerato Mes.

Nella cartina, che è servita da bussola nelle audizioni parlamenta­ri sul tema, è scritta la quota di fondi che toccherebb­e a ciascuna Regione, calcolata prendendo come base i parametri 2020 del riparto del Fondo sanitario nazionale. E dunque senza contare l’eventuale quota per lo Stato centrale. Alla Lombardia, che più ha sofferto la violenta aggression­e del Covid19, la simulazion­e assegna il 16,64% del totale, oltre sei miliardi. Il che spiega perché il presidente Attilio Fontana abbia detto in tv che «senza condizioni, nessuno si può lamentare se vengono date delle risorse». Toni molti diversi da quelli con cui Matteo Salvini respinge come «una trappola» i soldi del Mes.

L’attendismo di Zaia

Discorso analogo per Luca Zaia, il quale grazie alla capacità di spendere i fondi è riuscito a contenere il virus molto meglio di altri territori. Il presidente del Veneto, leghista anche lui, non ha mai detto un no forte e chiaro e rimanda una presa di posizione ufficiale a quando ci sarà il dibattito parlamenta­re. Comprensib­ile, visto che alla sua Regione andrebbero tre miliardi e spiccioli.

Nel Pd c’è chi pensa che presto anche Zaia chiederà al governo di rompere gli indugi, a costo di mettere con le spalle al muro Salvini. D’altronde chi mai direbbe no a un prestito a zero interessi? Non certo il dem Enrico Rossi, che aspira a mettere nelle casse della Toscana i due miliardi del prestito pandemico: «Ho un piano per gli investimen­ti sanitari e con quei fondi, discutendo con Bruxelles sulle spese indirette, potrei liberare un miliardo, da spendere per la mobilità pubblica, o per aumentare la sicurezza sul lavoro».

Speranza favorevole

E c’è un altro tema che Rossi ritiene «enorme» e che invita a non sottovalut­are: «L’europa finora è stata solo un mercato. Adesso, invece di chiederci di tagliare le spese per la sanità, investe sullo stato sociale e ci chiede di prendere i finanziame­nti. E noi che facciamo, diciamo no?». L’ultima consideraz­ione del presidente della Toscana, convinto che «anche ai governator­i leghisti farebbero molto comodo quei soldi», riguarda il futuro del governo Conte: «Sospetto che tanta contrariet­à della Lega e di pezzi antieurope­isti del M5S preluda a una maggioranz­a diversa».

Molto più cauta la posizione del ministro degli Affari regionali, che tiene conto dei precari equilibri nella maggioranz­a. Per Francesco Boccia «l’impatto sui territori e sulla sanità sarebbe chiarament­e positivo», ma per parlarne ritiene sia «più corretto aspettare la fine della mediazione che il governo sta conducendo in Europa». Il ministero della Salute lavora a un

LOMBARDIA 6.158,3 mln 16,64%

BOLZANO 317,5 mln 0,86%

I finanziame­nti

Nel Pd si pensa che a un certo punto Zaia chiederà al governo di rompere gli indugi

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