Corriere della Sera

«Le trasfusion­i sono sicure Donate prima delle ferie»

Il presidente dell’avis: nell’emergenza grande risposta del Paese

- Fonte: Avis 0 -5 -10 -15 -20 -25 -30 -35 *I dati si riferiscon­o esclusivam­ente al periodo gennaio-aprile 2020 CDS

In Italia ogni dieci secondi viene effettuata una trasfusion­e: un ritmo che nelle drammatich­e settimane del Covid si è rallentato perché l’attività negli ospedali si è concentrat­a sull’emergenza pandemia, limitando l’attività chirurgica alle urgenze. C’è stato meno bisogno di sangue, insomma. Ma per i prossimi mesi ci si aspetta una ripresa a pieno regime del carico in sala operatoria e l’avis nazionale ha lanciato una campagna estiva per rilanciare la raccolta: «Prima di andare in vacanza, sarebbe utile passare a fare una donazione», è l’invito del presidente Gianpietro Briola.

Va detto che i donatori di sangue (1.683.470, di cui circa il 70 percento è iscritto ad Avis: la loro generosità ha garantito nel 2019 quasi 3 milioni di trasfusion­i) non si sono fatti fermare dal Covid. I dati del Centro Nazionale Sangue evidenzian­o che tra gennaio e maggio 2020 in Italia era programmat­a la produzione di 1.007.547 unità, mentre ne sono state rilevate 919.460: uno scostament­o di poco più di 88 mila unità. «Il problema — spiega Briola — non è stata la minore disponibil­ità dei singoli, ma soprattutt­o il fatto

Analisi popolazion­e donatori 2019

donatori 92% iscritti ad associazio­ni donatori 32% donne (538.386 donatrici)

362.601 nuovi donatori (-2,3% rispetto al 2018) 17% nuovi

Fascia età

18-25 26-35 36-45 46-55 56-55 >65 % sul totale 12,7

17 24,3 29,4 15,4 1,2 83% periodici che l’accesso ai centri trasfusion­ali e alle strutture ospedalier­e è stato rallentato per le norme di sicurezza che abbiamo ovviamente assicurato a tutti. I nostri donatori hanno mostrato grande attaccamen­to al proprio impegno e siamo stati particolar­mente colpiti dalla risposta di tanti giovani: questo senso di condivisio­ne e di spirito di servizio ha portato molti under 25 a farsi avanti per la prima volta durante l’emergenza».

Donatori sempre presenti, insomma e associazio­ni, Avis in testa, impegnate a garantire la sicurezza più totale durante il prelievo: «Molti dei nostri iscritti — aggiunge il presidente — si sono messi a disposizio­ne per garantire altri tipi di servizio come la consegna

Variazione percentual­e delle unità di GR prodotte per Regione, gennaio-maggio 2020 vs 2019 -9,1 -10,7 di mascherine, farmaci o pasti».

Il parere di Briola («Il nostro Paese ha dimostrato spirito solidale e umanitario») non è tarato solo sulla pronta risposta dei donatori, ma anche sul suo ruolo di primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Manerbio, in provincia di Brescia: «Il 21 febbraio — ricorda oggi — è arrivato da

Gianpietro Briola Vogliamo recuperare il trend positivo del 2019, per farci trovare pronti per settembre e ottobre noi il primo caso e nel giro di pochissimi giorni siamo stati travolti da questa emergenza inattesa e inimmagina­bile proseguita fino a fine maggio. Senza medici, infermieri e operatori così pronti a mettersi in gioco, correndo anche rischi personali, non saremmo riusciti a riorganizz­are la struttura sulla base delle nuove esigenze, a sostenere ritmi di lavoro e turni pesantissi­mi e a gestire situazioni davvero difficili sia dal punto di vista sanitario che da quello psicologic­o».

Briola, come tutti i colleghi, non dimentiche­rà mai quelle giornate: «La cosa più terribile è stata di sentirsi spesso inermi di fronte alla violenza del virus e di non potersi rapportare con i parenti dei no

L’ente

● L’associazio­ne volontari italiani del sangue (Avis) è stata fondata a Milano nel maggio del 1927

● Oggi è la più grande organizzaz­ione di volontaria­to del sangue italiana: riesce a garantire circa l’80% del fabbisogno nazionale Conta oltre 1.300.000 soci -5,1-1,4 -1 -2,8 stri pazienti, costretti all’isolamento e spesso morti senza aver potuto salutare i propri cari. Abbiamo fatto tre eccezioni, che ricordo bene, per tre persone con disabilità gravi: a due mamme e a una sorella abbiamo deciso di dare il permesso di restare vicino ai loro congiunti che soffrivano un doppio disagio».

Il contatto quotidiano con le sedi di Avis «mi ha aiutato ad avere fiducia nel mio Paese e a sentirmi fiero di quello che le nostre donne e i nostri uomini sanno fare». Ma non è ancora tempo di fermarsi: se vogliamo trovare un effetto negativo lasciato dal Covid, la raccolta di plasma da febbraio ha fatto segnare un calo costante ed è invece fondamenta­le perché il plasma, inviato alle aziende convenzion­ate per la produzione di medicinali plasma-derivati, garantisce prodotti salvavita. «Vogliamo recuperare il trend positivo del 2019 — conclude Briola — perché in questo modo potremo farci trovare pronti ad ogni bisogno dei mesi di settembre e ottobre». Le sedi dell’avis sono attive anche nei mesi estivi: adesso dipende da noi.

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Chi è Gianpietro Briola, 57 anni, da due anni è presidente nazionale dell’avis
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