Corriere della Sera

Arbitri, rigori e quel vizio di ignorare il Var

- di Paolo Casarin

Dal punto di vista arbitrale il calcio di rigore è oggi un problema più grande di quello che già era nel passato. Il tentativo di oggettivar­e il fallo di mano in area è lontano dalla soluzione sperata: ogni arbitro ha la sua visione sulla punibilità e la regola confonde. Un risultato certo è la crescita dei rigori, in serie A: 128 fino alla 27ª, con una media di 0,47 per gara. L’incremento del 30% rispetto alla passata stagione è dovuta, in gran parte, alla cattiva lettura dei falli in area. In questa giornata il primo rigore concesso al Genoa è inesistent­e e facile da vedere, il rigore di Caceido, in Lazio –Fiorentina è difficile da leggere alle spalle dei due giocatori, ma facile per il Var e per tutti i telespetta­tori. Ovviamente se Fabbri insiste sulla sua decisione, il Var non può imporgli la rivisitazi­one. Mariani a Cagliari concede un rigore contro il Torino per un colpo di spalla in area ma poi, su sollecitaz­ione del Var rivede l’azione e cancella il penalty, ovviamente. Siamo ancora a un arbitraggi­o basato sull’io, mentre l’arbitro di sostegno (Var) permettere­bbe il NOI migliorand­o la regolarità di risultati e campionati.

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