Corriere della Sera

L’europa si avvicina

Rebic e Calhanoglu firmano tre punti preziosi Botta pesante per la Roma. Pioli: «Squadra vera»

- Carlos Passerini

Allora è vero, il Milan c’è. Non era un sogno di mezz’estate, è qualcosa di più, forse addirittur­a qualcosa di vero, di reale. La Roma era più di uno snodo, era un autentico crash test, la vera controprov­a dopo il sontuoso poker di Lecce dove tutto era sembrato troppo facile per essere vero. Nel caldo infernale di San Siro, molto più fastidioso del silenzio, alla fine a spuntarla è stato proprio il Diavolo. Che si è aggiudicat­o — facilmente no, ma alla fine con merito sì: 11-1 il dato dei tiri nella ripresa — il derby dei padroni americani ma soprattutt­o i tre punti che potrebbero avere un peso specifico enorme nello sprint verso l’europa che incendierà il mese di luglio.

L’obiettivo ormai può essere solo l’europa League, questo è chiaro, pensare oltre sarebbe solo sognare, ma da Elliott via Gazidis sono arrivati nelle ultime settimane messaggi chiarissim­i alla squadra, simili a un diktat: l’europa League non sarà entusiasma­nte come la Champions, e qui siamo tutti d’accordo, ma la missione aziendale è tornare a giocare le coppe, non solo per la vetrina infrasetti­manale, qualunque essa sia, ma anche per i 20 milioni che porta in dote la partecipaz­ione al secondo trofeo continenta­le. Con un bilancio che rischia di far segnare un rosso di -100, servono. «Abbiamo vinto perché abbiamo giocato da squadra, vogliamo l’europa» sorride Pioli. Vede alle sue spalle allungarsi sempre più l’ombra di Rangnick, ma vuole giocarsela fino alla fine.

Cade male invece la Roma, dopo l’illusione della vittoria sulla Samp. Segnali negativi. Non è bastato a Fonseca a cambiare 6 uomini su 11. «Non possiamo regalare certi gol», il suo commento. Botta pesante, in chiave rincorsa alla Champions. A proposito di quattrini: fallire l’obiettivo sarebbe per la Roma un disastro finanziari­o tremendo.

E dire che nel primo tempo i gialloross­i avevano mostrato anche qualcosa di più, specie dalla metà campo in avanti. Nell’ultima mezz’ora sono andati invece in tilt completo. Atletico e mentale. È lì, fra le pieghe di questo scarto sottile, che il Milan s’è infilato per spaccare la partita e riscrivere un finale col segno X che fino all’intervallo sembrava scontato. Per i rossoneri prima vittoria in campionato contro una squadra che li precede in classifica: fin qui lo score era spaventoso, un punto su 21. Anche questo è un segnale. Senza Ibrahimovi­c, che tornerà in panchina mercoledì a Ferrara contro la Spal, a risolvere la questione è stato ancora

8 gol segnati da Ante Rebic nel 2020 sui 17 complessiv­i del Milan: il croato ha realizzato il 47% delle reti. L’attaccante è sempre più centrale

una volta il suo vice, Rebic: sua la rete che alla mezz’ora ha incanalato la domenica, un tiro rabbioso e violento sotto la traversa a risolvere una azione confusa nel cuore dell’area. Per lui 8 reti in campionato, tutti nel 2020. Un uomo chiamato sentenza.

Ante ha vinto anche la sfida nella sfida con Dzeko: forza contro agilità, alla fine nell’afa di San Siro ha prevalso l’agilità. Prestazion­e così così per il bosniaco, che ha sulla coscienza un gol fallito, di testa, da due passi, sul pari. Diversi in realtà gli errori, da una parte e dall’altra, a conferma di una tendenza ormai indiscutib­ile in questo inedito campionato estivo. Non ha sbagliato invece Calhanoglu su calcio di rigore a due minuti dalla fine: 2-0 e ciao tutti.

Il Milan c’è. Mercoledì a Ferrara serve però il tris. In contempora­nea si gioca Verona-parma: è il momento di piazzare l’allungo.

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Ante Rebic, 26 anni, segna con un sinistro potente e preciso la rete dell’1-0: è il gol che incanala la partita di San Siro
(Ansa) Implacabil­e Ante Rebic, 26 anni, segna con un sinistro potente e preciso la rete dell’1-0: è il gol che incanala la partita di San Siro
 ?? (Ansa) ?? Missione Stefano Pioli, 53 anni, tecnico del Milan: la sua conferma è improbabil­e ma vuole centrare l’europa
(Ansa) Missione Stefano Pioli, 53 anni, tecnico del Milan: la sua conferma è improbabil­e ma vuole centrare l’europa

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