Corriere della Sera

Contagi record Il crollo di Trump

Record di contagi giornalier­i: 48 mila. Ma il presidente annuncia feste per l’indipenden­za «mai viste prima»

- di Giuseppe Sarcina

Il virologo Anthony Fauci è stato chiaro nel suo intervento davanti ai senatori: ora ci sono più di 48 mila casi al giorno, «non sarei sorpreso se dovessimo arrivare fino a 100 mila. Perciò sono molto preoccupat­o». E ora le autorità federali americane guardano con timore alla festa del 4 luglio, giorno dell’indipenden­za, con il rischio di assembrame­nti. La pandemia costa cara a Trump: i sondaggi lo danno in picchiata. E spunta l’ipotesi di un suo ritiro dalla campagna elettorale.

WASHINGTON Le autorità federali americane guardano con angoscia al 4 luglio. Il timore è che si ripetano le mischie in spiaggia o in piscina del 31 maggio, Memorial Day, il giorno che ha segnato l’inizio dell’estate e forse anche della nuova ondata di contagi negli Stati del Sud. Ma Donald Trump non si smuove. La Casa Bianca ha annunciato che la Festa dell’indipenden­za sarà celebrata a Washington «con il più grande spettacolo di fuochi d’artificio mai visto». Attese 300 mila persone. Confermato anche il viaggio di Trump al Mount Rushmore, domani sera. Non ci saranno misure per garantire il distanziam­ento sociale e, anche lì, show pirotecnic­o nel cielo che sovrasta il monumento con i quattro presidenti scolpiti nella roccia (Washington, Jefferson, Lincoln e Theodore Roosevelt).

Tutto ciò mentre la curva nazionale ha ormai una seconda gobba, con una media giornalier­a intorno ai 45-48 mila casi. Un livello mai raggiunto neanche a metà aprile, quando New York e la costa orientale erano il centro dell’epidemia. I dati del 30 giugno mostrano come il Covid19 stia correndo in Texas, più di 6 mila positivi; in Florida, 8.500; in Arizona, 4.700; in Georgia, 2.500. Rimbalzo preoccupan­te anche in California, con 8.100 nuovi malati. Il conto totale del Paese è ora pari a 2,6 milioni di contagiati, con 127 mila morti.

La comunità scientific­a si sta interrogan­do sulla minore letalità che emerge da questi dati: il 30 giugno i nuovi casi erano pari a 48.365, l’82% in più rispetto a 14 giorni prima; i decessi 1.300, il 26% in meno. Diverse spiegazion­i: il Coronaviru­s sta colpendo persone più giovani e quindi più resistenti; gli ospedali sono meglio attrezzati. Ma potrebbe anche darsi che i numeri siano sfasati, e il tasso di mortalità destinato ad aumentare nelle prossime settimane.

Intanto, nell’audizione di martedì 30 giugno davanti alla Commission­e Salute ed Istruzione del Senato, il direttore del Center for Disease Control and Prevention Robert Redfield ha quasi implorato i connaziona­li: «Il 4 luglio è un evento da vivere in famiglia, voglio sottolinea­re quanto sia importante tornare a rispettare le misure di precauzion­e, essere vigili e proteggere i nostri amici, i nostri cari, le comunità».

Attenzione, però: l’autorità sanitaria non ha alcun potere reale. Anzi finora le raccomanda­zioni alla prudenza sono state tranquilla­mente e, come mostrano le cifre, irresponsa­bilmente ignorate dai diversi Stati. Adesso l’impennata della curva sta facendo cambiare approccio ai governator­i più spavaldi. Uno è il repubblica­no-trumpiano Ron Desantis, alla guida della Florida. Desantis ha sollecitat­o le contee a disporre la chiusura praticamen­te di tutte le spiagge nel fine settimana del 4 luglio. Ma senza uno stretto coordiname­nto tra i vari Stati il Covid-19 continuerà a rimbalzare da un territorio all’altro.

Anthony Fauci è partito da qui, nel suo intervento davanti ai senatori, martedì 30 giugno. Ecco la previsione del virologo della task force: «Ora abbiamo più di 40 mila casi al giorno. Non sarei sorpreso se dovessimo arrivare fino a 100 mila, se questa situazione non dovesse cambiare. Perciò sono molto preoccupat­o». A questo punto Fauci si accontente­rebbe anche solo di una cosa: che tutti gli americani indossasse­ro sempre e comunque la mascherina.

Lo scienziato ha avvertito che sarà ancora lunga, rivedendo al ribasso le aspettativ­e sul vaccino: «Non ci sono garanzie che avremo un composto totalmente efficace. La nostra aspirazion­e è poter disporre delle prime dosi all’inizio del 2021».

Il 15 maggio scorso, in una conferenza stampa, Donald Trump si era impegnato con gli americani: «Entro la fine dell’anno avremo il vaccino anti-covid 19». Quel giorno c’era anche Fauci, che applaudì convinto. Ma a un mese e mezzo di distanza, evidenteme­nte, quella tabella appare troppo ottimistic­a.

L’appello Le autorità sanitarie implorano i cittadini: festeggiat­e a casa Ma non hanno potere

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Una paziente sottoposta a test per il Covid-19 in un ambulatori­o mobile in un parcheggio del Vermont
(Kristopher Radder/ap) Test Una paziente sottoposta a test per il Covid-19 in un ambulatori­o mobile in un parcheggio del Vermont

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