Corriere della Sera

Stretta su Hong Kong Oltre 300 arresti

Torna la mobilitazi­one: ma ora chi va in piazza rischia fino all’ergastolo

- di Guido Santevecch­i

Cortei, scontri, centinaia di arresti: Hong Kong è di nuovo in fiamme. Ma la legge di sicurezza nazionale imposta dalla Cina di Xi non ferma la protesta.

Cortei, blocchi stradali, cannoni ad acqua della polizia, centinaia di arresti. Hong Kong, nel primo giorno dell’era della Legge di sicurezza nazionale imposta da Pechino, è tornata a mobilitars­i, come aveva fatto per mesi l’anno scorso. Ma ora tutto cambia: da ieri chi viene arrestato rischia l’incriminaz­ione per sedizione, secessioni­smo, terrorismo o collusione con forze straniere. La Legge cinese prevede da un minimo di tre anni di carcere fino all’ergastolo. Però, in tanti non hanno avuto paura. E qualcuno sta già pagando: almeno dieci degli arrestati sono accusati di violazione della nuova legge, la più giovane è una ragazzina di quindici anni che sventolava un drappo indipenden­tista.

La grande rivolta

La scintilla della grande rivolta di Hong Kong, nell’estate 2019, era stata la legge sull’estradizio­ne. Fu ritirata dopo mesi di marce oceaniche, scontri, lacrimogen­i, roghi, l’occupazion­e per una notte del Legislativ­e Council, la trasformaz­ione dei campus universita­ri in fortezze assediate. Una sfida intollerab­ile per il Partito-stato. Ieri, nel 23° anniversar­io della restituzio­ne della colonia alla Cina e nel primo giorno di applicazio­ne della Legge sulla sicurezza nazionale voluta dal presidente Xi Jinping, Pechino ha rivelato che chi sarà arrestato

Sotto accusa

Almeno 10 le persone arrestate per violazione della nuova legge, la più giovane ha 15 anni

I cartelli

Gli agenti hanno mostrato striscioni con su scritto: «Un altro passo e carichiamo»

dagli agenti dell’intelligen­ce cinese spediti a Hong Kong potrà essere estradato e processato nella Madrepatri­a (vale a dire consegnato a tribunali nella Cina continenta­le, non più ai giudici garantisti della City). Non è più prevista la libertà sulla parola in attesa del processo: solo il carcere.

Al mattino, durante la cerimonia del doppio alzabandie­ra, cinese e hongkonghe­se, solo una dozzina di persone ha osato marciare per protesta lontano dalla Bauhinia Square, sigillata da 4 mila poliziotti e da alti reti di recinzione.

Le cinque domande

Poi, più persone hanno preso coraggio e alcune centinaia di dimostrant­i si sono concentrat­i in Causeway Bay. Il corteo scandiva slogan per incitare a non abbandonar­e le «Cinque domande» al governo: liberazion­e dei detenuti, commission­e d’inchiesta indipenden­te sulla repression­e da parte della polizia e soprattutt­o «suffragio universale e democrazia» (si potevano invocare fino all’altro giorno a Hong Kong, ora sono sinonimi di sovversion­e e cospirazio­ne con forze straniere).

I manifestan­ti si sono trovati di fronte cordoni di agenti che li hanno accolti con un

nuovo striscione di ammoniment­o. La procedura di ordine pubblico nella City prevede che un agente per ogni reparto tenga pronti nello zaino gli avvisi da srotolare di fronte agli assembrame­nti e ai cortei. Gialli, rossi o neri a seconda della gravità della situazione sul campo. «Attenzione, disperdete­vi», «Un altro passo e carichiamo», «Lancio imminente di lacrimogen­i». Ora quello appositame­nte scritto per la Legge di sicurezza: è su sfondo viola e avverte che urlare slogan antigovern­ativi infrange la National Security Law cinese: «Potete essere arrestati e processati». C’è una versione in cinese e una in inglese, perché tutti capiscano, anche i residenti stranieri della City.

E subito c’è stato il primo arresto: un uomo che aveva un manifesto con la scritta «Hong Kong Independen­ce». Rischia l’incriminaz­ione per sedizione e secessioni­smo. Il corteo però si è infoltito, alcune migliaia di dimostrant­i e grida di «Resistenza fino alla fine»; qualche blocco stradale, la polizia ha schierato un cannone ad acqua, usato spray urticanti e moltiplica­to gli arresti, circa 370 prima di notte.

La governatri­ce

A Bauhinia Square, dopo l’alzabandie­ra, la governatri­ce Carrie Lam ha detto ai dignitari: «La decisione di introdurre la Legge sulla sicurezza nazionale era necessaria ed è stata tempestiva, per mantenere la stabilità di Hong Kong e il principio “Un Paese due sistemi”».

A Pechino conferenza stampa di Zhang Xiaoming, vicedirett­ore esecutivo dello Hong Kong and Macau Affairs Office: ha detto che i sospetti arrestati da agenti del nuovo Ufficio di intelligen­ce cinese nel territorio potranno essere processati in Cina, perché non ci si può aspettare che il sistema legale hongkonghe­se sia in grado di svolgere tutto il lavoro di applicazio­ne della Legge di sicurezza nazionale.

L’articolo 55 sancisce che l’ufficio di Pechino a Hong Kong eserciti giurisdizi­one su casi «complessi» o «gravi».

Zhang ha concluso: «Questa legge è un regalo di compleanno per Hong Kong e si dimostrerà preziosa nel futuro».

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Un momento della repression­e di ieri a Hong Kong: la polizia fa scendere da un bus per arrestarli decine di manifestan­ti
I fermi Un momento della repression­e di ieri a Hong Kong: la polizia fa scendere da un bus per arrestarli decine di manifestan­ti
 ??  ?? In strada Una manifestan­te ne soccorre un’altra colpita in faccia da spray al peperoncin­o lanciato dalla polizia nei disordini di ieri
In strada Una manifestan­te ne soccorre un’altra colpita in faccia da spray al peperoncin­o lanciato dalla polizia nei disordini di ieri

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