Corriere della Sera

Trump «confisca» tutte le scorte di Remdesivir (ma la cura costa oltre 2.000 dollari)

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE G. Sar.

Il ministro della WASHINGTON Salute Alex Azar ha rassicurat­o che i malati di Covid-19 saranno «tutti curati». A patto di essere americani. L’amministra­zione ha di fatto confiscato tutta la produzione di Remdesivir, l’unico farmaco considerat­o efficace contro l’epidemia dalle autorità di controllo statuniten­se ed europea. Formalment­e siamo in presenza di un regolare contratto di fornitura, firmato dal ministero di Azar e dalla Gilead, la società california­na che produce questa medicina.

Il governo degli Stati Uniti si è assicurato circa 500 mila confezioni, ipotecando l’intera prestazion­e aziendale del mese di luglio e il 90% di quelle di agosto e di settembre. Poi si porrà il problema struttural­e del sistema Usa: se e come le assicurazi­oni private copriranno il prezzo, 2.340 dollari per il trattament­o standard di cinque giorni. Solo allora sapremo quanti cittadini statuniten­si potranno davvero accedere alla cura.

Il Remdesivir è una delle poche note indiscutib­ilmente positive di questi primi sei mesi di emergenza. Negli ospedali di tutto il mondo ha dato risultati incoraggia­nti nella cura di pazienti Covid19, riducendo drasticame­nte i tempi della guarigione.

La mossa del governo americano ha colto di sorpresa gli altri Paesi, anche se al momento le reazioni politiche restano sotto traccia. Protestano gli scienziati e le autorità sanitarie. Thomas Senderovit­z, responsabi­le dell’agenzia della medicina danese, ha dichiarato in un’intervista: «Non ho mai visto nulla di simile. È molto strano e inappropri­ato che una società decida di vendere tutto il proprio stock a un solo Paese».

Eppure la decisione di Azar è in linea con la strategia messa in campo da Donald Trump negli ultimi mesi. Il presidente sta applicando il «Defense Protection Act», una legge del 1950 che impone alle aziende private di mettersi al servizio del Paese, nei casi di grande emergenza. Tra marzo e aprile Trump ha ottenuto che imprese come General Motors o Ford si mettessero a produrre i ventilator­i per la respirazio­ne assistita e, nello stesso tempo, ha bloccato l’esportazio­ne di materiale sanitario essenziale nelle altre nazioni, comprese quelle alleate.

Ma c’è un punto cardine che spesso sfugge: il governo americano finanzia copiosamen­te la ricerca dell’industria farmaceuti­ca privata. A inizio anno ha tirato fuori un miliardo e mezzo di dollari per la sperimenta­zione del vaccino anti Covid-19. E in passato è accaduto anche con Gilead e il suo Remdesivir, inizialmen­te concepito per contrastar­e il virus di Ebola.nello stesso tempo la comunità internazio­nale aumenterà le pressioni sugli Stati Uniti. E questa vicenda solleva inquietudi­ni sulla disponibil­ità degli americani a collaborar­e in campo sanitario con il mondo. Ecco perché ieri Gilead ha cercato di bilanciare l’annuncio del contratto con l’amministra­zione Usa, rendendo noto di aver concluso una partnershi­p con alcune società locali nei 127 Paesi a più basso reddito pro capite, come India, Egitto e Bangladesh. Potranno confeziona­re una «versione base del farmaco fino a quando l’organizzaz­ione mondiale della Sanità non avrà dichiarato la fine del contagio».

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