Corriere della Sera

«Inutili le due polizze che aveva mio marito, tento la causa alla Asl»

- G. Gua.

«Mio marito è morto sul lavoro, per niente!».

La commozione per la scomparsa ancora troppo recente del marito Giandomeni­co Iannucci, medico di famiglia di 64 anni a Scarperia nel Mugello, ucciso il 2 aprile dal coronaviru­s contratto assistendo i suoi pazienti, rompe la voce di Lucia Barbieri.

Cosa è accaduto?

«Agli inizi di marzo Giandomeni­co non stava bene per una forte astenia. Ha chiamato la Asl chiedendo che gli venisse fatto il tampone. Gli hanno chiesto se avesse avuto contatti con pazienti Covid-19 e lui ha risposto di aver lavorato in ambulatori­o e in una casa di cura per anziani».

Quindi?

«Niente tampone, gli hanno detto di aspettare. Invece la sindrome è andata avanti per più di una settimana. Il 16 marzo respirava male, ho chiamato il 118. Se lo sono portato via e non l’ho più rivisto. Il 2 di aprile è morto al Careggi di Firenze».

Cosa intende fare?

«Sto valutando un’azione legale contro la Asl per il tampone e perché a mio marito sono stati forniti i dispositiv­i di protezione troppo tardi. Anche io sono stata contagiata. Ho superato la malattia dopo due mesi».

Chiederà un risarcimen­to?

«Non c’è somma che possa risarcire me e mia figlia Ginevra. Come medico di base, mio marito non era tutelato dall’inail, l’unica cosa è fare causa all’asl».

Era anche assicurato privatamen­te?

«Aveva sottoscrit­to una polizza con Allianz e una con le Generali, ma mi hanno già comunicato che non provvedera­nno al risarcimen­to perché manca la causa violenta, esterna e improvvisa. Per loro non si tratta di un infortunio. Io sono liquidator­e assicurati­vo e secondo me è proprio un infortunio sul lavoro perché l’introduzio­ne del virus nel suo corpo è una causa violenta. So che non sarà facile, ci vorrebbe qualcosa».

Ad esempio?

«La volontà. Le compagnie di assicurazi­one sono state tre mesi ferme senza pagare un euro perché con il lockdown non ci sono stati sinistri, ma i premi li hanno incassati lo stesso. Potrebbero anche fare qualcosa nei confronti dei loro assicurati morti sul lavoro a causa del coronaviru­s. Noi in quindici giorni siamo passati da una vita serena a dover fare attenzione ad ogni spesa. Ora non abbiamo più nulla».

A marzo visitava pazienti Covid e stava male ma quando ha chiesto il tampone gli hanno detto di aspettare È morto il 2 aprile al Careggi di Firenze

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Lucia Barbieri, al centro, con marito e figlia
Famiglia Lucia Barbieri, al centro, con marito e figlia

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