Corriere della Sera

Vittadini e la «finanza sostenibil­e»: così si possono ottenere i fondi europei

Il presidente della Fondazione per la sussidiari­età: la politica si muova

- di Marco Ascione

«Vent’anni fa ti ridevano dietro se parlavi di finanza sostenibil­e, l’economia al massimo erano i derivati».

Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiari­età, incastra le tessere del suo mosaico. Un ragionamen­to teso a dimostrare come nella babele di strumenti finanziari targati Ue ce ne sia uno che in pochi in Italia vogliono vedere: i social bond. «Sono «più e meglio», sulla lunga distanza di Mes e Recovery fund «fondamenta­li certo, però legati alla contingenz­a». La trama del professore ciellino parte da lontano. Pietra angolare del suo ragionamen­to è, appunto, la sussidiari­età. Parola importante nell’universo di Comunione e liberazion­e, e inserita anche nella Costituzio­ne all’articolo 118. È un principio declinabil­e in due modi: il pubblico interviene soltanto lì dove non riesce a farcela il privato oppure un’amministra­zione agisce solo se un’amministra­zione di livello più basso non ci riesce. «Per me significa costruire dal basso insieme, per il bene comune».

Ogni anno Vittadini presenta un rapporto in cui sulle ali della sussidiari­età volano diversi obiettivi: dal sostegno alle imprese alle riforme istituzion­ali. Ora è il turno dei progetti di «finanza sostenibil­e», quel genere di finanza che sceglie su che cosa puntare non solo in base ai possibili profitti, ma anche tenendo conto dell’impatto sociale. «Siamo in una nuova era, se uno oggi mette in piedi la fabbrica di pallone sfruttando i ragazzi indiani, finisce di lavorare un minuto dopo che l’hanno scoperto. Mercato e democrazia possono andare d’accordo».

Il rapporto sarà presentato oggi a Milano nella sede di Cariplo, uno degli attori protagonis­ti insieme con Cassa depositi e prestiti, Deloitte Italia, Intesa San Paolo e Amco. Per il governo sarà presente il sottosegre­tario Baretta. «L’italia com’è noto non spende i fondi struttural­i. — puntualizz­a Vittadini —. Quello che dobbiamo fare è mettere in piedi una macchina che tra pubblico e realtà non profit possa stimolare entro settembre la presentazi­one

Il dossier

Oggi la presentazi­one del rapporto di 500 pagine sulle strategie da adottare

 Tra pubblico e non profit bisogna stimolare progetti capaci di ottenere i finanziame­nti Ue

di progetti capaci di ottenere i finanziame­nti Ue. Nel segno della finanza sostenibil­e». E chi eroga materialme­nte i fondi una volta ottenuto il semaforo verde di Bruxelles? Cdp e Fondazioni bancarie. «Cassa depositi e prestiti lo sta già facendo: 17 miliardi di euro sono andati a progetti legati al lavoro dignitoso».

Per il professore bisogna quindi puntare su imprese solide che collaborin­o a strutturar­e questo percorso, rianimando anche la rete di banche territoria­li. Il tutto è raccontato in un dossier di 500 pagine (il presidente di Cdp Fabrizio Palermo ne parlerà anche al Meeting) dove si legge come la sostenibil­ità sia diventata pure un modello di business. «Ma la fragilità della politica non aiuta. Per una volta maggioranz­a e opposizion­e si mettano d’accordo».

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● Giorgio Vittadini, 64 anni, docente di Statistica metodologi­ca alla Bicocca, ha fondato e presieduto la Compagnia delle opere
Chi è ● Giorgio Vittadini, 64 anni, docente di Statistica metodologi­ca alla Bicocca, ha fondato e presieduto la Compagnia delle opere

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