Borghi, sentieri, paesaggi «Tesori nascosti vicino a noi»
Rosa-clot: «Conoscere e capire i luoghi che definiscono la nostra identità»
Un «piccolo» e maestoso «Palazzo Vecchio» ma a 30 chilometri da Firenze. È Palazzo dei Vicari e domina la piazza di Scarperia, in quel Mugello da cui partirono proprio i Medici alla conquista del mondo. La facciata è ricoperta dagli stemmi delle casate che hanno caratterizzato la Repubblica Fiorentina. Alcuni sono in terracotta invetriata della bottega dei Della Robbia. È in uno dei borghi da riscoprire percorrendo il vecchio tratto dell’autosole che passa da Sasso Marconi, Roncobilaccio
83 Per cento È la quota di turisti italiani che sceglierà una meta del nostro Paese secondo i dati Enit
e Barberino di Mugello: un trionfo di bellezze.
Invece a Bacoli, mezzora d’auto da Napoli, la leggenda vuole che Ferdinando IV e la duchessa di Floridia Lucia Migliaccio si incontrassero nella Casina Vanvitelliana. Un luogo di grande romanticismo, quasi sospeso sulle acque del Lago Fusaro. Tanto affascinante da essere frequentata da compositori come Mozart e Rossini.
Sono solo due esempi di tesori d’arte fuori dai grandi tour turistici che possono essere riscoperti in questa «ritrovata» estate.
Secondo i dati dell’agenzia nazionale del turismo (Enit), del 47,5% per cento degli italiani che partirà per una vacanza, l’83% resterà nel nostro Paese con viaggi che si allungheranno fino a ottobre. È una grande occasione per rilanciare quello che si è spesso auspicato ma, sino a oggi, poco realizzato: la delocalizzazione delle mete turistiche e la destagionalizzazione. Il «mordi e fuggi» con la gita fuori porta, per Enit, sarà uno dei trend di questa stagione. Il 34,4% dei turisti farà due o tre escursioni mentre il 10,9% ne farà una ogni weekend. Il 21,1% se ne concederà una ogni quattordici giorni.
«Sarà soprattutto un turismo di prossimità — spiega Emanuela Rosa-clot, direttore di Bell’italia —, tanti riapriranno le case dei nonni nei borghi dimenticati, andranno al lago o in collina. Chi resterà in città avrà l’occasione per scoprire i paradisi naturali dietro l’angolo». Tesori raggiungibili in poco tempo. «Quanti milanesi hanno visitato la Certosa di Garegnano o quanti bresciani conoscono gli affreschi del Romanino all’interno della chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne?
Raccontiamo le bellezze meno note, un patrimonio unico, perché noi siamo quella piazza, quel teatro, quelle montagne
Conoscere è il primo passo per comprendere quanto questi luoghi definiscano anche la nostra identità di italiani. Noi siamo quella piazza, quel teatro, quel sentiero — prosegue Rosa-clot — e sono beni da tutelare, su cui investire non solo per far girare l’economia del turismo, nella giusta convinzione che con la cultura si possa anche mangiare, ma perché questo patrimonio è la nostra casa. La mia rivista da 30 anni va alla ricerca di tesori nascosti. È la stessa filosofia editoriale che ha animato un numero speciale di Bell’italia che uscirà insieme con il Corriere della Sera e il suo femminile io Donna».
Arriverà in edicola dopodomani. «C’è il racconto di centinaia di bellezze, dal Nord alle Isole, fatto sul campo dai nostri giornalisti e dai nostri fotografi: borghi, paesaggi, chiese, palazzi, musei o opere d’arte — conclude Rosa-clot —. Saranno 100 finestre aperte per visite esperenziali, senza la pretesa di aver indicato tutte le cose più meritevoli ma per invitare a spostare l’attenzione e allenare lo sguardo. Così i lettori potranno ammirare posti e scoprirne altri. Del grande catalogo della bellezza, questo è il volume uno. I prossimi li vorremmo scrivere con loro. Li invitiamo poi a incontrare le persone che custodiscono questi tesori con passione e sacrifici. Come Silvana Ghigino, entrata nel giardino di Villa Durazzo Pallavicini a Pegli per scrivere la tesi è rimasta tutta la vita a prendersene cura».