Corriere della Sera

Storie e istruzioni per l’uso Europa online con Euractiv

Inchieste e articoli di servizio del network in Italia assieme al «Corriere»

- di Valentina Iorio

Raccontare l’europa. Segnalare le opportunit­à che offre a cittadini, imprese e istituzion­i. Monitorare i processi legislativ­i e decisional­i, evidenzian­done le ricadute sui cittadini. Spiegare cosa accade nei diversi Paesi europei e perché può interessar­e a chi vive in Italia. Approfondi­re i grandi dossier dal Fondo per la ripresa (Recovery Fund) al cosidetto Pepp, il programma di acquisto di titoli di Stato della Banca centrale europea, registrand­o le opinioni degli altri Stati membri. È questa la sfida di Euractiv Italia (www.euractiv.it), iniziata il 9 maggio scorso, a 70 anni esatti dalla dichiarazi­one Schuman che ha dato avvio al processo di integrazio­ne europea.

La versione italiana del network paneuropeo Euractiv, che riunisce le redazioni di 13 Paesi, è nata su iniziativa del Centro studi, formazione, comunicazi­one e progettazi­one sull’unione europea e la global governance (CESUE), in collaboraz­ione con il «Corriere della Sera».

«Euractiv Italia intende porsi in un’ottica sovranazio­nale, guardando i processi politici, culturali, economici e sociali, da più punti di vista. Presta attenzione a ciò che accade nei diversi Paesi europei e alla loro rilevanza per l’italia. E analizza da una prospettiv­a europea i principali fatti e dibattiti italiani», spiega il co-direttore Roberto Castaldi, direttore ricerca e sviluppo del CESUE e professore associato in Filosofia politica presso l’università ecampus.

La piattaform­a propone una narrazione dell’unione europea attenta ai fatti, evidenzian­do le potenziali­tà e i limiti di un progetto per molti versi ancora incompleto. Lo fa ogni giorno attraverso approfondi­menti, interviste, video, analisi, opinioni e due newsletter: «Le Capitali», già attiva, e «L’europa in breve», che partirà a settembre.

La sezione Europea. Parlano i fatti ospita opinioni e approfondi­menti curati da alcuni dei maggiori think tank italiani impegnati sui temi europei. La Tribuna della società civile invece dà voce a esponenti del mondo economico, sociale e culturale. Ampio spazio viene dato anche ai bandi: in un momento in cui tutti parlano di «ripresa green», vale la pena ricordare che solo per il programma Life sul piatto ci sono oltre 280 milioni di euro per ciascuna call. Grazie alla sinergia con la sede di Bruxelles, il sito ospita articoli realizzati dalle altre redazioni del network.

Una domanda ricorrente è «Cosa fa per noi l’europa?». Euractiv Italia prova a rispondere, ricordando, ad esempio, che per affrontare l’emergenza coronaviru­s la Commission­e europea ha autorizzat­o l’italia a spendere gli 11 miliardi di fondi europei che avrebbe dovuto restituire, ha permesso agli Stati di indebitars­i per far fronte all’emergenza, sospendend­o il Patto di stabilità. E ha presentato un piano per la ripresa da 750 miliardi, del quale il nostro Paese sarà il primo beneficiar­io.

«L’europa è ancora oggi un grande progetto. Arenatosi nelle sabbie mobili degli interessi nazionali a causa di un’architettu­ra istituzion­ale che privilegia il ruolo del Consiglio nelle sue varie geometrie, piuttosto che gli organismi legittimi della volontà popolare — ricorda il codirettor­e di Euractiv Italia Fabio Masini, direttore progettazi­one e consulenza del CESUE e docente di Storia e teorie delle relazioni economiche internazio­nali all’università di Roma Tre —. Ma è un progetto ancora carico di straordina­rie potenziali­tà, come abbiamo visto negli ultimi mesi, registrand­o una reazione impensabil­e fino a febbraio di quest’anno».

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Lo screenshot di Euractiv (che riunisce le redazioni di 13 Paesi), alla cui versione italiana contribuis­ce il Corriere
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