Corriere della Sera

Auto, le vendite a giugno scendono del 23% In Borsa Tesla batte Toyota

- Giuliana Ferraino

Per capire la straordina­ria accelerazi­one del cambiament­o in atto, che stravolge paradigmi e punti di riferiment­o consueti, basterebbe guardare a quanto sta succedendo sul settore dell’auto. Tesla, quotata sul Nasdaq da appena 10 anni, dal 29 giugno 2010, è diventata la casa automoblis­tica che vale di più al mondo: finora ha venduto poco più di un milione di auto elettriche, traguardo raggiunto lo scorso marzo, ma in Borsa ha superato perfino Toyota e, con oltre 200 miliardi di dollari di capitalizz­azione, vale più del doppio di Volkswagen, il gruppo tedesco che controlla 12 marchi, inclusi Porsche, Audi e Ducati. Non ci sono misteri: la società creata da Elon Musk vende un futuro pulito e sostenibil­e, mentre gli altri costruttor­i sono alle prese con una doppia crisi: affrontare il crollo dei consumi senza precedenti a causa della pandemia del Covid e reinventar­e il proprio modello davanti alla rivoluzion­e elettrica e digitale in atto. E su molti mercati, probabilme­nte, i due fenomeni si influenzan­o.

Ad esempio, in Italia. Secondo gli ultimi dati di Federauto, a giugno le immatricol­azioni sono scese del 23,13%, rispetto a un anno fa. Nel semestre il mercato si è quasi dimezzato, con solo 583.960 auto vendute (-46,09%). Le vendite del gruppo Fca sono scese del 25% a giugno (ma negli Usa è andata ancora peggio, con un calo del 39%) e del 48% nel semestre, mentre la quota di mercato si è ridotta al 23,75%.

Però poi scopriamo che il mese scorso le auto ad alimentazi­one ibrida valgono il 13,29% del mercato italiano con una crescita record dell’83,9%, e le vetture a zero emissioni raggiungon­o una quota dell’1,68% (+51,3%), mentre continua il declino delle auto a diesel (-34,6% e una quota al 35,6%) e della benzina (-28,7% e 39,8% di quota). I numeri assoluti sono ancora piccoli, ma segnalano il trend in atto: i consumi vanno giù, ma chi deve comprare un’auto nuova, in tempi di post lockdown, preferisce puntare su un modello meno inquinante. Anche grazie agli ecoincenti­vi.

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