Prysmian, cavo record sotto il Mare del Nord Con Sace-simest
C’è molto Made in Italy — sia industriale sia finanziario — nell’unificazione elettrica «verde» tra Gran Bretagna e Danimarca, il cosiddetto «Viking Link», un tratto di 760 chilometri che sarà la più grande interconnessione elettrica sottomarina al mondo. A produrre i cavi sarà Prysmian, la public company italiana guidata dal ceo Valerio Battista attraverso il suo stabilimento di Arco
Felice in provincia di Napoli, mentre a realizzare l’operazione dal punto di vista finanziario saranno, per la garanzia all’export, Sace e Simest — le agenzie in capo a Cdp — che copriranno al 90% l’operazione e la fornitura commissionata a Prysmian attraverso un finanziamento da 488 milioni di dollari di Bnp Paribas e Hsbc in favore di National Grid North America, società del Gruppo National Grid Plc, il principale gestore di reti elettriche e gas in Gran Bretagna.
Per Sace e Simest rappresenta inoltre un primato, è sottolineato in una nota congiunta con le due banche: è stato «finalizzato il primo “Green Loan” con garanzia Eca (ovvero «Export Credit Agencies», ndr) a sostegno dell’export italiano e delle infrastrutture energetiche rinnovabili in Europa».
Sace ha il ruolo principale nell’operazione, alla quale partecipa tra l’altro anche l’analoga agenzia tedesca. Dario Liguti, chief underwriting officer dell’agenzia presieduta da Rodolfo Errore e guidata dal ceo Pierfrancesco Latini lo definisce «un progetto fondamentale per il sostegno alla trasformazione dell’europa verso un’energia sempre più green», mentre per Mauro Alfonso, ceo di Simest «il sistema italiano di supporto all’export può giocare un ruolo importante nello sviluppo di una finanza responsabile a beneficio di investimenti che stimolano la transizione energetica verso le fonti rinnovabili».
Il «Viking Link», 2 miliardi di euro di valore totale, prevede la realizzazione di un’interconnessione elettrica sottomarina (nel Mare del Nord) da 1400 MW tra Regno Unito e Danimarca, per fornire energia rinnovabile a 1,4 milioni di famiglie, dopo quella realizzata con Norvegia nel 2016 e Francia nel 2018. Per le banche l’operazione, primo «green loan» con Eca di più Paesi, è uno schema replicabile in altri progetti legati a sostenibilità e rinnovabili.