Corriere della Sera

Il principe dell’orecchiett­a «Presto sugli scaffali la pasta trafilata in bronzo»

- di Peppe Aquaro

«La nostra storia con Lidl Italia all’interno del brand Italiano? Dei cinque milioni di fatturato all’anno, tre e mezzo sono il frutto della nostra collaboraz­ione con loro: un milione in Italia e due mezzo all’estero». Giovanni Dibenedett­o, 63 anni, pastaio per passione, dopo aver fatto il pastorello per necessità — dagli 11 ai 14 anni d’età —, ed il dj per spirito generazion­ale, oggi è il classico self-made man senza segreti, pronto a mettere sul piatto le sue sette referenze di pasta fresca e artigianal­e. Presto destinate a crescere.

«Stiamo per portare sugli scaffali la pasta trafilata in bronzo, con il pacchero in bella evidenza». Ma il signore pugliese di Altamura, nel cuore della Murgia barese, rimane per tutti il re dell’orecchiett­a di grano duro. Del resto, nel paese federician­o, nel quale vengono macinati 30 mila quintali di grano al giorno, il grano duro è il cuore del tipico pane di Altamura, — da anni impegnato in un derby gastronomi­co con il pane di Matera — e della focaccia, il cui successo fu consacrato dal film «Focaccia blues» di Nico Cirasola.

La pellicola è ispirata alla storia del panettiere altamurano Luca di Gesù, il cui negozio riuscì a far chiudere nientemeno che il colosso Mcdonald’s: da queste parti, all’alba del Terzo millennio, i ragazzi dimostraro­no di apprezzare più la focaccia che gli hamburger. Ma l’america, sia in senso lato che tra andata e ritorno, volando, per il Dibenedett­o è sempre stata dietro l’angolo.

E che l’orecchiett­a gli potesse portare fortuna, l’aveva già scoperto, prima in un paio di autogrill tra Pescara e Pesaro («la mia pasta piaceva un sacco: la producevo nel garage sotto casa: è qui che ho iniziato», racconta) e poi a New York, standosene seduto, in una importante strada di Manhattan, a farsi lucidare le scarpe, in compagnia di Frank Pellegrino e del suo enorme sigaro.

No, la storia non è proprio come qualcuno potrebbe immaginars­ela: «Frank Pellegrino è stato un attore, un caratteris­ta, di moltissime pellicole, su tutte “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorsese; e Frank impazziva per la mia pasta fatta in casa: mi chiese di produrne non so più quanti quintali, per la sua catena di ristoranti newyorches­i Rao’s».

Pacco dopo pacco, Dibenedett­o riuscirà a lasciare il garage, un altro paio di sedi temporanee fino ad arrivare all’attuale azienda da 2 mila metri quadrati di oggi — in compagnia di una ventina di dipendenti — dalla quale escono, giornalmen­te, 180 quintali di prodotti regionali. Ma mai montarsi la testa: «Nasco come piccolo imprendito­re, e senza l’appoggio di Lidl Italia sarebbe rimasto un sogno riuscire a svuotare, in una sola settimana, 120 mila cartoni, vendendo un milione e mezzo di sacchetti di pasta».

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